venerdì, Aprile 19, 2024

Cultura, 800 reperti in mostra provano l’influenza degli Etruschi a Pompei

Circa 800 reperti provenienti da musei italiani e europei raccontano l’influenza degli Etruschi in Campania e a Pompei. Materiali che svelano la questione della cosiddetta ‘Etruria Campana’, frutto dei rapporti e delle contaminazioni tra le élite campane, etrusche, greche e indigene al cui centro c’era appunto Pompei. Materiali in bronzo, argento, terracotte, ceramiche recuperati da tombe, santuari e da centri abitati che arricchiranno la mostra ‘Pompei e gli Etruschi’, in programma nella Palestra Grande del sito archeologico campano da domani al 2 maggio 2019. L’esposizione promossa dal Parco Archeologico di Pompei, presentata oggi dal direttore generale del sito Massimo Osanna che la cura insieme a Stéphane Verger, directeur d’études à l’École Pratique des Hautes Etudes di Parigi, arriva dopo quella dedicata, nel 2016 all’Egitto e quella riservata alla Grecia nel 2017. Materiali ‘in arrivo’ da tombe, santuari e da abitati che consentono quindi di analizzare e mettere a confronto più elementi per affrontare le controverse dinamiche della presenza etrusca in Campania. Fulcro della mostra sono i ritovamenti venuti alla luce dai recenti scavi nel santuario extraurbano del Fondo Iozzino, tra i principali santuari (oltre a quello di Apollo e di Atena) fondati a Pompei alla fine del VII secolo a.C, che hanno restituito una grande quantità di materiale di epoca arcaica, quali armi e servizi per le libagioni rituali con iscrizioni in lingua etrusca. Questi materiali si affiancano, in mostra, a quelli provenienti dalle altre città etrusche della Campania – Pontecagnano in primis e Capua – dove sono noti luoghi di culto importanti, con caratteristiche simili a quello del Fondo Iozzino. Testimonianze di sfarzose tombe principesche in cui venivano sepolti i membri più importanti di grandi famiglie aristocratiche sono, invece, i corredi funerari dalla tomba Artiaco 104 di Cuma di un principe cosmopolita (i resti del defunto incinerati vennero deposti in un calderone in argento, alla maniera degli eroi descritti nell’Iliade di Omero: ‘mangiava e beveva come un greco, ma portava abiti e armi etruschi e si comportava come un re orientale’); quello di una principessa di Montevetrano, vicino a Pontecagnano; e quello della lussuosa tomba di un principe orientalizzante dal Lazio (la tomba Barberini di Palestrina).

L’esposizione pompeiana si integra con le manifestazioni promosse dal museo archeologico di Napoli dedicate alla riscoperta della civiltà Etrusca attraverso il gusto antiquario e collezionistico, in programma dal 31 maggio 2019.

Redazione
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