Il progetto, basato sul principio del prodotto locale, ha richiesto un investimento di 408 milioni nei prossimi 5 anni. All’origine della protesta la contrarietà dei genitori l’assenza dei cibi biologici dal menù delle mense, ritenuti più salutari per i figli, a favore dei prodotti locali, come se l’uno escludesse l’altro: «Se la produzione biologica è coltivata nelle vicinanze, ciò aumenta il valore ecologico e nazionale del prodotto» scrivono in un comunicato i membri dell’Osservatorio Alimentare.