“Nel nostro territorio ci sono straordinarie testimonianze archeologiche di ingegneria idraulica realizzate migliaia di anni fa dai popoli latini prima del dominio di Roma. Una di queste grandiose opere pubbliche della latinità è l’emissario latino del lago di Nemi che metteva in comunicazione le acque sacre del santuario nemorense con il santuario costiero dei Rutuli di Ardea. Gli antichi romani, non potendo appropriarsi di questo monumento della civiltà latina, cancellarono ogni memoria storica della sua esistenza che, ancora oggi, continua ad essere nascosta ed ignorata”, spiegano in una nota dall’Ecomuseo Lazio Virgiliano.