Il provvedimento di sequestro fa riferimento all’applicazione della misura di prevenzione della confisca dei beni e si basa sull’accertata pericolosità sociale del defunto e sul fatto che egli, sebbene non svolgesse alcuna attività lavorativa, in realtà disponeva di beni immobili, mobili e denaro contante del tutto sproporzionato rispetto al reddito percepito e dichiarato da sé e dalle persone rientranti nel suo nucleo familiare. Il sequestro dei beni ha riguardato la villetta ove l’uomo risiedeva in regime di arresti domiciliari, 57 mila euro in danaro contante occultati in alcune intercapedini ricavate nella predetta abitazione, rinvenuti nel corso della perquisizione eseguita dai Carabinieri dopo l’omicidio, nonché vari oggetti preziosi, il tutto per un valore complessivo stimato di circa 500.000 euro.