Da li si andrà in comune a firmare i referendum e al termine delle operazioni la proposta del No Euro è di prendere un caffè comunitario con tutto il gruppo dei partecipanti all’iniziativa. A poche settimane dalla costituzione del comitato, questo sopra descritto è il primo evento pubblico, che segnerà la nascita del gruppo, che si dice pronto a iniziare la nostra battaglia di informazione e di contenuti sui temi del recupero della Sovranità Monetaria. “Il nostro, scrive Emanuele Campilongo, è un gesto che vuole dare l’esempio, un esempio fatto di lotta, determinazione e metodo, proprio per questo nel frattempo abbiamo chiesto incontri con tutti i comitati di quartiere e a tutte le associazioni culturali. Uscire dall’euro, tornare ad utilizzare una moneta che sia pubblica e non di una banca privata, una moneta che sia di proprietà del popolo e che non crei debito, è la prima necessità del Paese. Intendiamo spiegare attraverso una serie di “pillole di economia”, facilmente comprensibili a tutti, come l’utilizzo di una moneta come l’Euro sia fallimentare per il nostro Paese poiché, non solo è una moneta che all’atto della sua emissione crea un debito a chi la prende ma, che essendo rigida e non flessibile è soggetta in caso di crisi – come puntualmente sta avvenendo – a rendere le disuguaglianze sociali ancora più insopportabili e il disagio sociale sempre più imperante. Vogliamo far capire che non si può prescindere dall’argomento “di chi è la moneta che usiamo?” quando parliamo di decisioni da prendere per il futuro. La moneta è un mezzo e deve tornare ad essere solo quello, mentre ora l’Euro è un idolo a cui secondo i burocrati europei mai eletti da nessuno, è vietato ribellarsi.”