Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII sono due personalità che, ognuna con il proprio stile e nel contesto in cui si sono trovate a operare, hanno rappresentato qualcosa che va oltre i meri confini del mondo cattolico. Le loro azioni sono state accomunate dal tratto della luminosità e dalla forte spinta a innovare: li ha uniti una tensione a umanizzare il rapporto tra il pontificato e la gente, l’impegno per la pace, che vede nell’enciclica Pacem in Terris un capolavoro rivolto a ’tutti gli uomini di buona volontà’, e ancora la cura, non solo pastorale, di ogni angolo del mondo, nella volontà di operare attivamente per una società senza diseguaglianze economiche e sociali. La canonizzazione di Giovanni Paolo II e di Giovanni XIII rappresenta, per tutti, un riconoscimento a due pontefici che hanno costruito un pezzo di storia con la semplicità dei loro gesti, con l’autorevolezza della loro figura, ma soprattutto con il coraggio della testimonianza. Due pontificati radicalmente rivoluzionari, tesi al cambiamento, coscienti delle difficili sfide della contemporaneità e capaci di affrontarle con decisione e saggezza. È proprio la capacità di incidere profondamente sulla storia, oltre che nelle coscienze dei fedeli, il tratto comune dei due papi: una normalità che diventa parametro di ’santità’, non come qualcosa di straordinario, ma come quotidiana costruzione di un mondo migliore”.