Ogni mese si ripete la stessa scena. I dipendenti della Galatour ricevono lo stipendio in ritardo e l’azienda dice loro che la responsabilità è del Comune che non paga. Niente di più falso. L’azienda ha l’OBBLIGO di pagare nel giorno stabilito lo stipendio. Indipendentemente dai rapporti che intercorrono con il committente. Ma va anche detto che ogni spettanza dovuta dal Comune all’azienda è stata sempre pagata puntualmente e con tempi talmente brevi da non avere eguali nelle altre Amministrazioni del territorio. E ciò, è bene ribadirlo a tutti, nonostante ci siano molti fornitori della Multiservizi Caerite in attesa di essere saldati da moltissimo tempo. La verità è che l’azienda è in lite con il Comune sul costo del servizio e che pretenderebbe di ricevere più soldi di quelli che vengono già versati. Non solo le spettanze che l’azienda continua a richiedere per il 2013 riguardano chilometri percorsi in più rispetto a quelli previsti dal contratto. Quindi nulla hanno a che vedere con il regolare pagamento degli stipendi. Lo ripeto: questo è noto a tutti, in primis agli stessi dipendenti. Per questo ritengo assolutamente sconsiderato il comportamento dei lavoratori in questi mesi. Essi continuano a riversare sui bambini e sui loro genitori problematiche di natura strettamente privata, e non certo pubblica. Problematiche relative ai loro rapporti con l’azienda. Con quale conseguenza? Che i bambini restano senza mezzi per tornare a casa e che le famiglie della nostra città subiscono un disagio immenso. Quello che però i dipendenti omettono di dire è che il Comune ha già trovato, da oltre un anno, una soluzione che non causerebbe loro più nessun disagio, né ritardi. Una soluzione illustrata in più di un incontro e spiegata anche in una lettera ufficiale. Il Comune di Cerveteri è infatti disponibile e pronto a pagare i salari direttamente ai dipendenti, senza passare per l’azienda. Sarebbe sufficiente che i lavoratori lo chiedessero ufficialmente mettendo in mora l’azienda stessa. Però, è bene che anche questo si sappia, non lo fanno e non intendono seguire questa procedura. A detta di alcuni di loro perché non vogliono mettere in difficoltà l’azienda. Ecco noi la pensiamo diversamente: noi non vogliamo mettere in difficoltà i bambini, né le loro famiglie.