Dopo 30 anni dalla morte dello storico segretario del Pci, le sue idee e il suo messaggio, soprattutto sul delicato rapporto tra etica, morale e politica, sono ancora vivi tra la gente; la sua figura continua a suscitare stima e rispetto politico. Per questo l’Amministrazione comunale ha voluto dedicargli un angolo della comunità, uno tra i più frequentati dai giovani coresi, affinchè Enrico sia per loro l’esempio di una politica passionale, capace di dar voce ai più deboli e alle giuste istanze. Altro omaggio è stato reso alla memoria di Cesare Pistilli, in presenza dei familiari venuti da Roma. Un militante politico di elevato spessore morale, che dedicò la sua vita alla causa della giustizia sociale e dell’uguaglianza, contribuendo allo sviluppo civile della città. Fu il fondatore e primo segretario del circolo giovanile socialista (1912) e della sezione del Psi (1915). Corrispondente dell’“Avanti” ed altri periodici socialisti raccontò e diresse, insieme al fratello Saverio, le lotte per l’emancipazione della classe contadina corese. Perseguitato dalle camicie nere fasciste, fu costretto ad abbandonare il paese. Morì a Roma di tubercolosi nel 1927 a soli 33 anni, la salma fu trasferita a Cori nel 1980, ma la sua lapide era priva di una foto. Ora Cesare ha di nuovo un volto ed una storia, quella ricostruita da Dario Petti nel suo libro «Le origini del socialismo a Cori».