La necessità odierna di contrastare il pensiero unico neoliberista, partendo dalle esperienze delle rivoluzioni socialiste del XX secolo ed evidenziando i tentativi di costruzione di un sistema economico basato sulla proprietà collettiva dei mezzi di produzione e sulla libertà, sono questi i temi dell’interessante dibattito organizzato dall’Associazione Culturale «Olimpo» e patrocinato dal Comune di Cori, al quale hanno preso parte anche il Segretario Provinciale del Partito dei Comunisti Italiani di Latina Giampaolo Milizia e l’Assessore dell’Ente lepino Fausto Nuglio. “Il ritorno della rivoluzione nell’Africa mediterranea e in Medio Oriente è bilanciato dalla stabilità nell’Occidente, successiva alla caduta del Muro di Berlino – ha spiegato l’autore, Alessandro De Luca – tuttavia se il 9 Novembre 1989 ha segnato la fine dell’oppressione imperialista russa nell’Est europeo, non ha portato al trionfo della libertà e della democrazia ovunque, né alla pace globale e non ha consentito neppure una più equa distribuzione di beni e ricchezze nei Paesi e tra Nord e Sud del mondo.” “L’esperienza jugoslava dell’autogestione, introdotta dopo la rottura Tito – Stalin del 1948, e sviluppata in quaranta anni, fino alla dissoluzione della Repubblica Jugoslava, ha introdotto la proprietà sociale dei mezzi di produzione, la partecipazione dei lavoratori agli utili ed alla definizione del piano industriale – ha esemplificato Giampaolo Milizia – Ma il riemergere dei nazionalismi e un tenore di vita superiore ai mezzi disponibili, hanno condotto, agli inizi degli anni ’90 alla crisi ed alla fine della Jugoslavia”. “Per ora il capitalismo ha vinto, promettendo libertà, benessere e felicità – ha concluso l’Assessore Fausto Nuglio – Forte del possesso assoluto dei principali mezzi di informazione relega i problemi reali, disoccupazione, fame, ritorno della guerra in Europa in secondo piano. Si discute di riforme costituzionali ma non di piani industriali per il nostro Paese. Limite della politica, che fugge dal compito di risolvere il contingente e progettare il futuro, accettando passivamente la deriva antipopolare liberista.”