Tanti i nomi nel registro di contabilità di Nadia Cerrito, che ammesso di aver gestito il libro mastro contenente una partita doppia del dare e avere illecito di presunti destinatari delle tangenti. In questo contesto, anche Cerveteri sembrerebbe entrare nel merito delle indagini nel momento che pare coinvolto, e attualmente agli arresti domiciliari, anche Claudio Caldarelli, noto esponente di Forza Italia, ex assessore del comune di Cerveteri ed ex consigliere della Multiservizi Caerite, la società municipalizzata del comune etrusco. Il comune di Cerveteri parrebbe rientrare nelle indagini di “Mafia Capitale” anche allorché Giovanni De Carlo, tra gli arrestati del mega blitz dei carabinieri del Ros, tirerebbe in ballo il territorio etrusco in relazione ad una serie di pompe di benzina dislocate nel Lazio ed acquistate dallo stesso. De Carlo, secondo quanto trapela dall’inchiesta, parrebbe al centro del giro economico criminale nel cuore di Roma. Tratto in arresto presso l’aeroporto di Fiumicino di rientro dalla Thailandia, tra il 2013 e il 2014 avrebbe acquisito 7 distributori di pompe bianche, dislocati nel Lazio. L’inchiesta, in questo particolare segmento coordinata nella fase attuale dal gip Costantini, parte dall’ascolto di varie intercettazioni telefoniche, tra le quali sarebbe emersa la figura di un uomo coinvolto nel giro d’affari che enunciava, in un colloquio con un interlocutore, quante pompe di benzina erano state acquisite. “Pompa di benzina a Cerveteri” viene riferito ad un sospetto collaboratore della banda del boss, ex nar, Massimo Carminati. Si accenna ad alcuni segmenti del ramificato business dell’organizzazione e delle redditizie pompe di benzina dislocate nel Lazio. Si fa cenno ad un distributore tra Cerveteri e via Aurelia.