è andato a scovare situazioni artistiche al femminile le più disparate, riuscendo per ognuna di esse a farsi medium tra contenuti e contenitore, il non facile “ ridotto” verdearancio del museo, qui interpretato in maniera decisamente polifunzionale. Si parte infatti dal boccascena teatrale illuminato e filmico, aperto sulla notte profonda del giardino popolato dalle ninfe silvestri e intirizzite di Stefania Romagna –Inanna Trillis, attraverso le tele materiche, infuocate e pirotecniche della sofferta Stimmung neoinformale di Antonella Catini, per approdare alla suggestione intima, autobiografica e autoreferenziale, di studio d’artista di Marianna Galati, e, per ultimo, ora, a questa combinazione alto-basso, di sospensioni e di fossili di Anna Laura Patanè.