I Carabinieri, intorno alle ore 16.00, hanno rintracciato il furgone dell’uomo in Piazzale della Lucertola di Marina di San Nicola, località del Comune di Ladispoli, con all’interno un corpo privo di vita, verosimilmente della persona ricercata. Considerata la presenza di vistose tracce di sangue e i chiari segni di bruciature presenti sul corpo, è stato richiesto l’intervento del medico legale per procedere agli accertamenti del caso. Quest’ultimo ha riscontrato che il decesso era avvenuto a seguito di una lesione da taglio inferta all’altezza della gola, riservandosi di fornire ulteriori elementi a seguito dell’esame autoptico. Contestualmente gli uomini dell’Arma hanno visionato le immagini delle numerose videocamere presenti nell’area, riscontrando l’arrivo del mezzo, con a bordo un uomo e una donna, intorno alle 17.30 del 9 marzo. Successivamente, si nota dalle immagini, l’uscita dal mezzo stesso della sola donna, intorno alle ore 17.45 e con il volto travisato dal cappuccio di un piumino. Alle sue spalle una vistosa fiammata proveniente dall’interno dell’abitacolo. La successiva analisi delle videocamere presenti sulle possibili vie della donna, probabile autrice del delitto, hanno consentito di individuarla mentre si allontanava in direzione di Via Aurelia. La conoscenza del territorio e della cittadinanza da parte dei Carabinieri di Ladispoli ha permesso loro di identificare, quasi con certezza, la donna in una cittadina straniera residente da anni a Ladispoli, casalinga di 65 anni. Dalle successive analisi dei tabulati è emerso come la 65enne avesse avuto contatti con la vittima in passato ed in tempi recenti. Nella tarda serata di ieri 10 marzo è stata condotta presso la Caserma di Via Livorno a Ladispoli per essere sentita in merito al suo possibile coinvolgimento nella vicenda. La stessa, dopo una iniziale titubanza, ha ammesso le sue responsabilità, raccontando come avrebbe colpito al collo con un coltello l’artigiano per cercare poi di bruciarne il corpo, tuttora al vaglio degli inquirenti. La donna ha inoltre fornito importanti indicazioni che hanno consentito di ritrovare l’arma del delitto, un coltello da cucina con lama di circa 10 cm, che la stessa aveva ripulito dopo aver compiuto l’omicidio e tentato di occultare nell’abitacolo del mezzo tra gli attrezzi da lavoro, nonché gli indumenti indossati al momento del fatto, di cui si era parzialmente disfatta lungo il percorso seguito per rientrare a Ladispoli. L’arma e gli indumenti sono stati sequestrati dal personale della Squadra Rilievi del Nucleo Investigativo di Ostia. Così la donna è stata dichiarata in stato di Fermo di Indiziato di Delitto, e associata alla Casa Circondariale di Civitavecchia ove rimarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria alla quale dovrà rispondere dei reati di Omicidio Volontario e Tentata Distruzione di Cadavere.