Si rammenta che per questo servizio di raccolta sperimentale si è previsto, a differenza dei primi due “step”, la sola consegna dei contenitori mono utenza per ogni singola famiglia, eccezion fatta per le utenze non domestiche che hanno mantenuto il sistema carrellato a richiesta ed a seconda della tipologia del rifiuto prodotto ed assimilato.
In modo particolare:
• il mastello della carta è sostituito da sacchi in carta volumetria 35 litri, conformi alle norme. I sacchi invece sono al 100% in carta riciclata certificati FSC;
• i sacchi dell’umido sono sostituiti da sacchi di carta per il mastello “sotto lavello” dalle proprietà specifiche traspiranti e anti odore;
• il sacco dell’indifferenziata è sostituito da un mastello, dotato di “Tag UHF” o “Trasponder”, ovvero “microchip”, gli stessi per censire il numero dei conferimenti di ogni singola famiglia. I dati di rilevamento nonché consegna verranno gestiti mediante l’utilizzo di un apposito software.
I risultati mostrano che, in circa sei settimane di servizio, ci si è stabilizzati su un livello di esposizione dei contenitori prossima al 60%. Inoltre le soluzioni adottate per il materiale organico e i sacchi di carta per la raccolta della carta e del cartone si sono rilevate assolutamente adeguate ed idonee al servizio. Infine la novità dei mastelli dotati di “microchip” consentono di tenere in dettaglio sotto controllo i conferimenti degli utenti.
Il Consigliere comunale Luca Andreassi ha commentato: «I risultati delle prime sei settimane di sperimentazione ci danno indicazioni più che positive sia sulla scelta della monoutenza, sia sull’utilizzo di materiali diversi rispetto agli “step” precedenti. In particolare, i sacchi di carta per la gestione dell’umido hanno dato risultati più che buoni, che ci spingono a proseguire su questa strada. Sulla base di questa sperimentazione, infatti, effettueremo delle scelte per il completamento della raccolta differenziata porta a porta sull’intero territorio. L’estensione a tutto il territorio del “porta a porta” inizierà subito dopo l’approvazione del bilancio in discussione in questi giorni». Andreassi ha infine concluso: «I dati della percentuale di differenziata nelle aree sperimentali, che si attestano intorno al 60%, ci confermano un dato a noi ben noto. Ovvero che questo è un livello fisiologico a cui si riesce a giungere in tutte le zone in cui il “porta a porta” è attivo. La novità è che, grazie ai mastelli col “microchip”, oggi noi sappiamo esattamente chi la differenziata la fa e chi invece sceglie soluzioni diverse e, magari incivili. L’esistenza di un’ordinanza sindacale, che sanziona chi non fa la differenziata nelle aree interessate da quest’ultima, ci consente di intervenire in maniera specifica e mirata proprio contro quei “furbetti” che sversano l’indifferenziato in qualche superstite cassonetto stradale».