Numerose squadre dei Vigili del Fuoco intervenute sul posto per contrastare l’incendio, che ha assunto subito vaste proporzioni risultando visibile anche dai Castelli Romani e dalla via Pontina. Presenti ambulanze per il soccorso, tecnici, addetti Asl e Arpa al fianco delle autorità politiche. Le fiamme in queste ore sono state domate: permangono solo piccolissimi focolai: restano ora da capire l’entità del danno, le possibili conseguenze e le ripercussioni ambientali: l’impatto sulla zona circostante e sui residenti è attualmente al vaglio delle prime analisi.
Stando alle parole di uno dei membri del comitato contro l’inceneritore con l’incendio risulta completamente distrutto l’impianto di trattamento meccanico biologico, necessario in ogni impianto per la separazione secco-umido dei rifiuti. In tal senso sono state già fornite indicazioni per l’utilizzo di altri impianti in relazione allo smaltimento. In particolare, quello di Aprilia per i comuni della zona Sud e l’impianto di Viterbo per i territori della zona alta.
A causa della forte temperatura e dei possibili rischi, fino ad oltre la mezzanotte di ieri è stato piuttosto difficile, anche per vigili del fuoco e addetti ai lavori, poter prendere pienamente coscienza della complessità dell’incendio: secondo alcune ipotesi si parlerebbe di un corto circuito che avrebbe innescato le fiamme. All’analisi, ora, le possibili scelte in merito alle soluzioni della problematica. Una volta domate le fiamme, si potrà stabile quale sia stato il punto di innesco dell’incendio e anche come intervenire in relazione alle possibili implicazioni. Una volta raggiunta la temperatura di 400 gradi, la combustione ha prodotto il rilascio di sostanze dannose: a rischio le coltivazioni e la salute dei residenti nei territori limitrofi. La campagna, secondo un rappresentante del comitato contro l’inceneritore, potrebbe assorbire tutte le possibili produzioni dell’incendio.