L’occasione è legata a una iniziativa dello stesso Polo museale per avviare una fase di rilancio: in sostanza, il museo Manzù si è “gemellato” con il Museo di Castel Sant’Angelo di Roma. Ciò sta portando già ai suoi primi effetti. Si comincia dalla realizzazione della mostra “Manzù. Dialoghi sulla spiritualità, con Lucio Fontana” che sarà inaugurata il prossimo 7 dicembre alle 18 nelle due sedi museali. “Il Polo museale sta dimostrando un profondo interesse al rilancio della struttura e lo dimostra la realizzazione di questa esposizione temporanea, da dicembre a marzo, con un parallelismo tra due ’mostri sacri’ dell’arte italiana del Novecento come Lucio Fontana e Giacomo Manzù – ha spiegato il sindaco di Ardea Luca Di Fiori – A nome della città ringrazio Edith Gabrielli e il polo museale per il nuovo percorso tracciato. Per parte nostra lavoreremo per realizzare eventi all’interno del museo, per migliorarne la visibilità insieme alle ricchezze del territorio. A breve andremo a concludere l’iter di convenzione con la Sovrintendenza per la gestione delle aree archeologiche e questo permetterà di realizzare un itinerario culturale compiuto da sempre sognato”. “Alla base vi è l’idea fondante del Polo Museale, che è quella di ’fare rete’ per davvero, non in teoria. Ovvero di realizzare un’idea di tutela e valorizzazione integrate”, ha commentato Edith Gabrielli. La mostra “Manzù. Dialoghi sulla spiritualità, con Lucio Fontana” è organizzata dal polo museale del Lazio con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e in collaborazione con il Comune di Ardea e la Fondazione Giacomo Manzù. Hanno inoltre collaborato la Fondazione Lucio Fontana e lo Csac di Parma. La cura scientifica della mostra è di Barbara Cinelli (Università di Roma Tre) con Davide Colombo (Università di Parma), gli altri componenti del comitato scientifico sono Penelope Curtis (Fondazione Calouste Gubelkian di Lisbona), Maria Giuseppina di Monte (direttrice del museo Giacomo Manzù di Ardea), Flavio Fregonzi (Scuola Normale Superiore di Pisa), Micol Forti (curatore delle Collezioni d’arte moderna e contemporanea dei Musei Vaticani) e Saniele Menozzi (Scuola Normale superiore di Pisa). Il catalogo è pubblicato dalla casa editrice Electa. All’indomani del secondo dopoguerra il tema dell’arte sacra appare tanto ampio quanto spesso venato di ambiguità. Giacomo Manzù (Bergamo, 1908 – Ardea 1991), rappresenta in tale contesto un punto fermo. Specie in questo periodo prova a stabilire un dialogo vivo e fruttuoso con l’arte contemporanea, fra l’altro prendendo parte, nel 1949, al concorso per la porta di San Pietro in Vaticano. Nello stesso periodo un secondo grande maestro, Lucio Fontana (Rosario, 1899 – Comabbio, 1968), tenta di rispondere a interrogativi molto simili, ad esempio partecipando al concorso per le porte del Duomo di Milano del 1950. Stabilire un ponte, un dialogo fra Manzù e Fontana significa dunque riportare alla luce una linea essenziale dell’arte – italiana e non solo – fra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento.