«Il forno crematorio è fermo non grazie a dei comitati pseudo ambientalisti o all’opposizione, ma solo perché il sindaco Antonio Cozzolino in conferenza dei servizi ha inteso tutelare la salute dei cittadini imponendo 18 prescrizioni, tanto che la Altair ha fatto ricorso al Tar». Così parlò all’aula Pucci il consigliere Dario Menditto, presidente della Commissione Ambiente, oggi divenuto presidente del Consiglio in pectore, che poi dal microfono della massima assise cittadina ha aggiunto: «Il forno crematorio è senza dubbio un’opera di pubblica utilità, ma deve funzionare senza inquinare. Altrimenti può anche rimanere incompiuto. Vorrà dire che, se ciò dovesse accadere, ci faremo qualcos’altro».
«Migliore biglietto da visita prima dell’elezione come figura di garanzia e di equilibrio Menditto non poteva presentare – commenta il capogruppo della Svolta Massimiliano Grasso – visto che con la vicenda del forno crematorio Cozzolino, Menditto e il resto della maggioranza hanno preso in giro tutto il Consiglio, esautorandolo di una propria precisa prerogativa, e poi la città intera, con la farsa del referendum. Oggi che se ne esca in quel modo è semplicemente ridicolo. Peraltro, un anno dopo la bocciatura della mia mozione atta a bloccare il procedimento amministrativo del forno, e soprattutto 9 mesi dopo l’esposto-denuncia sui vizi del procedimento, della delibera di giunta che valeva come titolo edilizio contenente il falso sull’autorizzazione paesaggistica, vizio mai sanato validamente da un’altra delibera, siamo ancora in attesa di sapere se siano stati commessi dei reati, oppure se tutto l’iter sia stato regolare. A mio parere ci sono tutte le premesse per affermare che siamo di fronte ad un evidente abuso edilizio. Ma ovviamente non conta ciò che diciamo io o i comitati: bisogna attendere che la magistratura completi il proprio lavoro, auspicando che ciò avvenga in tempi brevi, tenendo conto del fatto che l’opera è ormai completata».