Nettuno – Un’iniziativa che nasce per contrastare la violenza di genere in ambito familiare e lavorativo: questo l’obiettivo dell’Assessorato e Area Servizi Sociali del Comune di Nettuno, che promuovono in collaborazione con l’Associazione Alzaia, che ne cura l’organizzazione, il “CORSO DI FORMAZIONE PER OPERATRICI ANTIVIOLENZA”. Un’iniziativa di assoluto spessore che vuole rafforzare l’impegno del Comune nell’ambito del contrasto alla violenza di genere come previsto in “Protection Network – Protocollo per l’Adozione di interventi coordinati di prevenzione e intervento nei casi di maltrattamento e abuso all’infanzia”.
Il corso è gratuito, inizierà il prossimo 5 marzo e terminerà il 23 aprile, con un calendario di lezioni fissate al lunedì pomeriggio e consultabile nel programma apposito. L’iscrizione è ancora possibile fino a sabato 3 Marzo inviando un’e-mail all’indirizzo alzaia.anzionettuno@virgilio.it contenente i seguenti dati: nome cognome; titolo di studio; professione; telefono; indirizzo e-mail. Sarà possibile conseguire un attestato di frequenza del Comune di Nettuno avendo seguito almeno il 75% delle ore di lezione. Fra le proprie finalità, il corso si prefigge di affrontare tematiche di forte emergenza sociale sulle quali si tocca un fabbisogno formativo importante nel territorio, a conferma di una necessaria alfabetizzazione su questioni di consistenza sociale e relazionale: “Il corso intende formare operatrici antiviolenza e aggiornare sulle buone pratiche comuni da adottare per il contrasto alla violenza di genere tutti i soggetti pubblici e privati che sono coinvolti nell’emersione del fenomeno della violenza di genere in ambito familiare e lavorativo e nell’indirizzo psicologico e legale delle donne vittime di violenza psicologica, fisica, sessuale e economica”. La proposta si rivolge particolarmente “ai soggetti sociali del territorio coinvolti a vario titolo nel fenomeno violenza di genere: “psicologhe e psicologi, assistenti sociali, operatrici e operatori sanitari, vigilesse e vigili, insegnanti, mediatrici e mediatori culturali, avvocate civiliste, penaliste e esperte in diritto di famiglia, forze dell’ordine e cittadine/i interessati e sensibili al problema”.