domenica, Novembre 24, 2024

Aprilia, APL contro le ludopatie: non giriamoci dall’altra parte

APL torna a parlare di ludopatie. Lo fa con le dichiarazioni del coordinatore Raffaele Fantoni, che ha voluto accendere di nuovo i riflettori sul delicato tema. L’obiettivo è far scaturire un dibattito sano che induca i cittadini a riflettere sulla problematica in questione. “Esiste un gravissimo problema di cui troppo poco si parla – affermano da APL – e che provoca disastri al tessuto sociale ed economico delle nostre città, ma le Istituzioni troppo spesso se ne lavano le mani con qualche piccola campagna pubblicitaria o con ancora più “pilatescamente”, con inviti alla “responsabilità”. Stiamo parlando delle ludopatie e in particolar modo del far west delle macchinette mangiasoldi. APL ritiene che chi si occupa della cosa pubblica, non possa dimenticarsi dei suoi compiti di salvaguardia dei cittadini, e che anche l’aspetto etico sia importante soprattutto quando le regole ci sono e non vengono fatte rispettare. Chiediamo – afferma Fantoni – che Aprilia faccia come in altre città d’Italia, e che vengano presi provvedimenti atti alla regolamentazione e limitazione degli orari in cui si possa giocare, che si rispettino le distanze dai punti sensibili come scuole, ospedali e chiese e infine, che il Comune premi tutti quegli esercizi che aderiscono alla campagna “no slot” attraverso sgravi sulle tasse locali. Per noi fare politica vuol dire dare anche messaggi educativi volti a proteggere le fasce più deboli della popolazione. È troppo facile – continua il coordinatore – dire che “ognuno fa quello che vuole”, poiché chi chiede ai cittadini il sostegno durante le elezioni ha il dovere una volta eletto di proteggere la propria comunità. Fatto salvo che noi non demonizziamo le sale slot propriamente dette, ma chiediamo che le macchinette non siano presenti o meglio siano fortemente regolamentate negli esercizi commerciali “generici” come bar, ristoranti, alimentari e tabaccherie. La dipendenza dal gioco d’azzardo è diventata una vera e propria epidemia. Il 30% dei giocatori ha problemi di gioco patologico, e la percentuale sale al 50% tra i disoccupati. Il problema riguarda anche il 25% delle casalinghe e il 17% degli studenti. Questi – afferma Fantoni – sono dati forniti da alcune associazioni e enti che si occupano del fenomeno, e numerosi studi sul comportamento definiscono il giocatore patologico come colui che aumenta la frequenza delle giocate e che spende nel tentativo di ripianare le perdite, ben più delle sue possibilità divenendo spesso preda dell’usura compromettendo spesso in maniera tragica famiglia ed affetti. Cosa rende questo settore potenzialmente pericoloso per gli strati più deboli della nostra società? L’esiguità del costo della singola giocata abbassa la soglia d’attenzione e di percezione del danno che deriva dal comportamento, l’affrettata ripetitività del tentativo, non consente la rielaborazione di quanto è appena accaduto. Inoltre la somiglianza con giochi di abilità ma senza vincita è una pericolosa attrattiva per i più giovani. Ricordiamo come la cura delle ludopatie è stata inserita tra le spese a carico del Sistema Sanitario Nazionale cioè a carico di tutti, mentre i benefici sono di pochi grandi concessionari privati. APL in futuro si impegnerà a istituire limiti orari per l’utilizzo delle slot, fissare il “distanziometro” a 500mt dai cosiddetti punti sensibili e a disincentivare attraverso campagne informative e premiando gli esercenti, che aderiranno all’iniziativa. Se vogliamo migliorare la nostra città – conclude il coordinatore APL – abbiamo il dovere di preoccuparci di non disseminare la strada di pericolose tentazioni, e ciò soprattutto per chi già vive situazioni di debolezza o disagio.”

Redazione
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