Roma – Era ricercato dal 7 settembre 2016 il trentenne romano Alessandro Satta, residente negli Usa e ritenuto uno dei vertici di un’organizzazione criminale dedita allo spaccio di marijuana provenienti dal Messico, trasportati attraverso la California e distribuiti nell’area di Filadelfia.
Il latitante è stato arrestato dalle Fiamme Gialle di Roma nei pressi del Colosseo. Lo stesso si era sottratto al provvedimento di cattura emesso nel settembre del 2016 all’esito di un’indagine statunitense, dalla quale era emerso il suo diretto coinvolgimento nella distribuzione di 450 kg di marijuana, per un valore di oltre 2,8 milioni di dollari. Sfruttando la conoscenza degli ambienti e delle dinamiche delinquenziali e, soprattutto, analizzando i social media, i militari hanno scoperto che il narcotrafficante lavorava saltuariamente come guida turistica nell’area dei “Fori Imperiali” e, dopo qualche giorno di osservazione, lo hanno arrestato mentre dava indicazioni ad alcuni turisti americani.
Quello di Satta è solo l’ultimo di una serie di arresti di latitanti internazionali effettuati dalle Fiamme Gialle di Roma. Meno di due mesi fa infatti era stato individuato e fermato con un mandato di arresto europeo del Tribunale di Barcellona, il cittadino pakistano ASHRAF Mohammad, ritenuto dalla Polizia catalana il leader di un agguerrito gruppo criminale responsabile dell’importazione nel territorio iberico di oltre 15 kg di eroina. Il pakistano, fuggito dalla Spagna nell’aprile del 2017, era stato riconosciuto dai Finanzieri mentre passeggiava tra le bancarelle del mercato di via Anagnina. Negli ultimi due anni, la stessa squadra dha arrestato altri latitanti di notevole spessore criminale che avevano scelto la Capitale come luogo in cui far perdere le tracce. Tra questi: il quarantacinquenne Angelo ROMEO, considerato esponente di spicco della nota cosca di ‘ndrangheta “Alvaro” di Sinopoli, latitante dal maggio del 2015; il 61enne Marco Torello Rollero, inserito dal dicembre 2013 nella lista dei 100 latitanti più pericolosi e ritenuto uno dei principali broker mondiali della droga; il nipote di quest’ultimo, Andrea Rollero, considerato uno dei membri del sodalizio criminale collegato alle cosche calabresi “Cicero” di San Luca.