Dovrebbe tenersi nei prossimi mesi, e quasi certamente entro luglio, l’udienza in camera di consiglio, non pubblica e senza la presenza delle parti, del Tribunale di Sorveglianza di Milano chiamato a decidere sull’istanza di riabilitazione presentata da Silvio Berlusconi. L’udienza, da quanto si è saputo, non è stata ancora fissata e dopo la fissazione partirà l’istruttoria e i giudici dovranno valutare anche i processi pendenti a carico dell’ex premier che, in linea teorica, non sono ostativi alla riabilitazione. La notizia della richiesta di riabilitazione è stata riportata in mattinata dal ‘Corriere della Sera’, in un’articolo di Giuseppe Guastella dove si spiega che l’istanza relativa al processo per frode fiscale per i diritti tv Mediaset è stata depositata in Cancelleria a Milano il 12 marzo. Con la riabilitazione decadrebbero gli effetti della legge Severino, che all’articolo 15 sancisce l’incandidabilità al Parlamento per i sei anni successivi ad una condanna definitiva. Contro questo divieto Berlusconi ha fatto anche ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo a Strasburgo, dove la sentenza è attesa non prima del prossimo autunno. Il 12 marzo i legali dell’ex Cavaliere, Niccolò Ghedini e Franco Coppi, hanno depositato la richiesta di riabilitazione, passati tre anni (come prevede la legge) dall’ultimo giorno, l’8 marzo del 2015, in cui finì di scontare la pena – affidato ai servizi sociali e con attività compiute alla Fondazione Istituto Sacra famiglia di Cesano Boscone – di un anno (gli altri tre erano stati indultati) per la condanna definitiva dell’agosto 2013 per frode fiscale per il caso dei diritti tv Mediaset. Il leader di FI ha risarcito l’Agenzia delle Entrate, come prevedeva la condanna definitiva, e questa era l’unica condizione da rispettare per avanzare la domanda di riabilitazione che, se concessa, farebbe cadere gli effetti della legge Severino (incandidabilità per sei anni dopo la sentenza) e Berlusconi tornerebbe candidabile. Dopo la fissazione dell’udienza che avverrà nei prossimi giorni, partirà l’istruttoria del Tribunale di Sorveglianza, presieduto da Giovanna Di Rosa, affidata alle forze dell’ordine (polizia o carabinieri). I magistrati, a seguito dell’istruttoria, dovranno valutare come condizione per la riabilitazione che il “condannato abbia dato prove effettive e costanti di buona condotta”. Da qui la valutazione anche dei processi in corso a carico dell’ex Cavaliere, tra cui in particolare il caso Ruby ter, dal quale sono emersi anche presunti versamenti corruttivi alle ‘olgettine’ fino al novembre 2016 e quindi dopo l’espiazione della pena. Ad ogni modo, stando a quanto riferito, i ‘carichi pendenti’ non sono in sé e per legge ostativi alla riabilitazione, ma vanno valutati. Dopo l’udienza (senza la presenza della difesa, né della Procura generale) i giudici (relatore Gloria Gambitta, presidente Di Rosa) potranno decidere di accogliere la richiesta, respingerla o rinviare ad altra data per l’acquisizione di atti o per integrare l’istruttoria. Nel corso dell’istruttoria, comunque, i difensori o la Procura generale potranno far pervenire atti o memorie nel procedimento e poi opporsi alla prima decisione del Tribunale. A quel punto, dovrà essere fissata un’altra udienza, stavolta alla presenza delle parti, e contro la decisione le parti potranno ricorrere in Cassazione.