di Alessandro Ceccarelli
Il film “La febbre del sabato sera” lo aveva trasformato in una superstar. Improvvisamente a 23 anni, era diventato uno degli attori più famosi del mondo con un solo film all’attivo. Uno sconosciuto italo-americano era stato “baciato” dall’american dream. Una storia simile era accaduta due anni prima a Sylvester Stallone con “Rocky”.
John Travolta è “sopravvissuto” al successo istantaneo, alle cadute, all’oblio e alle rapide risalite verso la celebrità.Oggi è un maturo divo di 64 anni, ormai stabile nel Pantheon delle superstar hollywoodiane. Ma non è stato sempre così nella sua lunga carriera di attore. John Travolta nasce nel New Jersey il 18 febbraio 1954. La sua è una famiglia numerosa della working class. L’infanzia è dura, difficile, tra mille problemi e difficoltà di ogni tipo.
Nella sua casa però si “respira” l’aria dello spettacolo. A 12 anni John viene incoraggiato a prendere lezioni di tip-tap. Travolta adora soprattutto la tradizione americana del musical. A 16 anni abbandona gli studi per iniziare a lavorare come ballerino a Broadway. La gavetta è lunga e dura. La competizione tra i suoi coetanei dei quartieri poveri è spietata e senza esclusione di colpi. Tutti vogliono raggiungere il successo a qualsiasi costo.
Nel 1975 il 21enne Travolta si fa notare nel film “Il maligno” e nella seria televisiva “I ragazzi del sabato sera” del 1976, dove “prepara” il personaggio del bullo italo-americano che lo farà diventare famoso in tutto il mondo. La svolta avviene nel 1977: il regista John Badham sta preparando il cast per “La febbre del sabato sera” con le musiche dei Bee Gees. Il regista dopo una lunga serie di provini sceglie proprio John Travolta come protagonista del film.
La pellicola esce negli Stati Uniti nel marzo del 1977: il successo al botteghino è sbalorditivo. Anche in Europa e in Italia il film è un trionfo, grazie anche alla colonna sonora dei fratelli Gibb. Lo sconosciuto John Travolta ottiene la candidatura all’Oscar come miglior attore. Il disco dei Bee Gees risulta oggi il quarto album più venduto di tutti i tempi con 41 milioni di copie; il film incassa circa 300 milioni di dollari.
John Travolta è l’attore più famoso dell’anno. E’ il suo momento d’oro. L’artista non sbaglia l’anno successivo partecipando al musical “Grease” al fianco di Olivia Newton-John. Anche questo film è un enorme successo di pubblico. Tutti i ragazzi ormai si vestono come lui, portano la brillantina e ballano seguendo le movenze dei suoi personaggi. Hollywood ha trasformato un giovane e grezzo italo-americano in una superstar. Ovviamente c’è un prezzo da pagare. E’ sarà molto duro per John Travolta. Accecato dalle mille offerte e dai tantissimi copioni, l’attore non è ben consigliato dal suo entourage. Dopo i due trionfi Travolta recita in “Attimo per attimo” (1979), una pessima commediola romantica che è stroncata dalla critica. Anche al botteghino è uno strepitoso flop. L’attore sembra non rendersi conto che improvvisamente il successo gli sta voltando le spalle. Il successivo “Urban cowboy” (1980), questa volta non un brutto film, viene però ancora una volta bocciato dal pubblico. Ennesimo flop al botteghino.Neanche la partecipazione a “Blow-up” (1981) di Brian De Palma, affermato regista, non inverte la spirale.
Sembra che il successo non voglia più avere a che fare con l’attore italoamericano che cade in una forte depressione. Anche “Staying alive” (1983), il seguito della “Febbre del sabato sera”, diretto da Sylvester Stallone non riesce ad invertire la tendenza. Il pubblico si è stufato del “personaggio” di John Travolta. I tempi sono cambiati. Tutti i seguenti film interpretati dall’attore sono un disastro al botteghino (“Due come noi” e “Perfect”). In questo periodo rifiuta di girare “American Gigolò” e “Ufficiale e gentiluomo”, i due film che fecero di Richard Gere, una superstar di Hollywood.
Ormai John Travolta è tornato ad essere un illustre sconosciuto. I primi segnali della ripresa avvengono con “Senti chi parla” (1990) una commedia brillante che ha un grande successo di pubblico. La svolta della seconda vita professionale di Travolta avviene nel 1993. In quel periodo l’attore non veniva quasi più chiamato. Il suo telefono squillava raramente.
Improvvisamente il giovane regista Quentin Tarantino, astro nascente del cinema d’autore, lo chiama: sta preparando il suo secondo film. Nel ricco cast composto da Christopher Walken, Michael Madsen, Uma Thurman, Samuel L. Jackson e Tim Roth, l’eclettico visionario vuole John Travolta. La scelta è perfetta. Pur ingrassato l’attore offre una performance straordinaria. Splendida è la scena del ballo con Uma Thurman.
La carriera di Travolta ferma da anni ha un’improvvisa accelerazione. Pulp Fiction vince la palma d’Oro al Festival di Cannes nel 1994, un Oscar per la migliore sceneggiatura e soprattutto è un enorme successo al botteghino. Hollywood sembra “ricordarsi” dell’attore per anni messo in panchina.
Tutti i film che l’attore interpreta dopo la rinascita sono baciati dal successo. Travolta partecipa a film impegnati e di qualità come “She’s lovely” di Nick Cassavettes, “Una canzone di Bobby Long”, “La sottile linea rossa” di Malick e “Le Belve” di Oliver Stone, pellicole in cui emergono le sue eccellenti qualità nel registro drammatico. L’attore non disdegna il genere action movie come “Face/off” e “Codice Swordfish”, in cui mostra le sue doti in ruoli da cattivo, crudele e sadico.