lunedì, Dicembre 23, 2024

Robert Capa, il genio della fotografia

“Il corrispondente di guerra beve di più, ha più ragazze, è meglio pagato, ed ha una maggiore libertà rispetto al soldato, ma in questa fase del gioco, avere la libertà di scegliere il suo posto e di poter essere un codardo senza essere giustiziato, è la sua tortura”

(Robert Capa)

di Alessandro Ceccarelli

Indocina, 25 maggio 1954, il celebre fotografo Robert Capa è al seguito di una squadra di militari francesi comandati dal tenente colonnello Jean Lachapelle. La missione è quella di distruggere due fortini del nemico nella provincia di Thai Binh, a sud est di Hanoi.

Inavvertitamente Capa mette un piede su una mina antiuomo nascosta nell’erba. L’esplosione è immediata e devastante. In un attimo il fotoreporter più famoso del mondo perde la vita. Nella sua avventurosa carriera Robert Capa aveva raccontato la guerra civile spagnola, il conflitto cino-giapponese, la seconda guerra mondiale, la prima guerra arabo-israeliana e il primo conflitto nell’Indocina. Capa aveva solamente 41 anni. Ecco la storia del fotografo simbolo dei conflitti e delle tragedie dell’umanità del XX Secolo.

Robert Capa, pseudonimo di Endrè Friedmann, nasce a Budapest il 22 ottobre del 1913. Fugge presto dal Paese per via delle sue idee politiche di estrema sinistra. Vorrebbe diventare uno scrittore ma a Berlino inizia a lavorare presso uno studio fotografico. Il suo primo incarico importante è fotografare una lezione di Lev Trotskij a Copenaghen. Nel 1933 lascia la Germania dopo l’avvento di Adolf Hitler. Si trasferisce in Francia. Conosce Gerda Taro, anche lei fotorepoter: inizia con lei un’intensa e lunga storia d’amore. Nel 1936 diventa famoso in tutto il mondo durante la sanguinosa guerra civile in Spagna. La sua fotografia che immortala un miliziano ucciso nei pressi di Cordoba fa il giro del globo. A tutt’oggi è la fotografia di guerra più celebre della storia. Rimane in Spagna sino al 1938, poi segue il conflitto fra Cina e Giappone. Anche in questo conflitto Capa scatta splendide e realistiche fotografie di una guerra poco nota ma estremamente crudele.Nel settembre del 1939 s’imbarca per New York, dove comincia a realizzare vari servizi per conto della rivista “Life”. Trascorre allora alcuni mesi in Messico, proprio su incarico di “Life”, per fotografare la campagna presidenziale e le elezioni. Non contento, attraversa l’Atlantico con un convoglio di trasporto di aerei americani in Inghilterra, realizzando numerosi servizi sulle attività belliche degli alleati in Gran Bretagna. Intanto, la guerra mondiale è scoppiata e Capa, da marzo a maggio del ‘43, realizza un reportage fotografico sulle vittorie degli alleati in Nord Africa, mentre in Luglio e Agosto, fotografa i successi militari degli alleati in Sicilia. Durante la parte rimanente dell’anno documenta i combattimenti nell’Italia continentale, compresa la liberazione di Napoli. Gli avvenimenti sono convulsi e si succedono senza sosta, richiedendo sempre la sua indispensabile opera di testimonianza visiva. Nel Gennaio del 1944, ad esempio, partecipa allo sbarco alleato ad Anzio, mentre il 6 Giugno sbarca con il primo contingente delle forze americane a Omaha-Beach in Normandia. Le sue foto delle truppe americane impegnate nello sbarco sotto il pesante fuoco tedesco sono straordinarie. Sono scatti di un realismo ancora oggi ineguagliato.

Terminato il conflitto mondiale, diventa cittadino americano. Trascorre alcuni mesi a Hollywood, scrivendo le sue memorie di guerra (che intendeva adattare in un copione), preparandosi a diventare produttore-regista. Infine, decide che il mondo del cinema non gli piace e lascia Hollywood. Alla fine dell’anno, trascorre due mesi in Turchia per le riprese di un documentario. Nel 1947, insieme con gli amici Henri Cartier Bresson, David Seymour, George Rodger e William Vandivert fonda l’agenzia fotografica cooperativa “Magnum”. A distanza di tanti anni, la “Magnum” è sinonimo di qualità eccelsa grazie ai reportages di grandi fotografi come Elliot Erwitt, Eugene Smith, Renè Burri, Ernst Haas, Leonard Freed, Josef Kudelka e tanti altri protagonisti dell’immagine. Per un mese viaggia in Unione Sovietica in compagnia dell’amico scrittore John Steinbeck. Si reca anche in Cecoslovacchia e a Budapest, visitando inoltre l’Ungheria e la Polonia. Tra il 1948 e il 1949 compie diversi viaggi in occasione della fondazione dello stato di Israele e per il primo conflitto con gli arabi che ne consegue.

Lo scoppio della guerra in Indocina tra l’esercito francese e i guerriglieri comunisti di Ho Chi Minh, lo porta nella giungla del sud est asiatico. Per Robert Capa sarà la sua ultima missione di guerra. Nonostante la morte prematura, le sue fotografie rimarranno per sempre nell’olimpo dei grandi protagonisti dell’immagine. A distanza di sessant’anni la professione di fotoreporter è intimamente collegata alla figura di leggendaria di Robert Capa.

Redazione
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