“Il 10 maggio scenderemo in piazza contro l’atteggiamento dilatorio dell’amministrazione capitolina”, lo hanno annunciato questa mattina durante una conferenza stampa Fiepet-Confesercenti Roma, Lupe Roma, Assoristoratori ed Aeper. Non c’è ancora né un luogo, né un orario, ma, chiariscono i rappresentanti di categoria: “L’idea è fare un’assemblea pubblica vicino piazza Venezia e poi chiedere alla Sindaca o all’assessore di ricevere una delegazione”. “Sono stati inutili i nostri appelli alla Sindaca. Sono troppi i tentativi di dialogo caduti nel vuoto. La categoria è esasperata vuole risposte e interlocutori disponibili al dialogo”, ha detto Claudio Pica, presidente di Fiepet-Confesercenti. Al centro della battaglia di ristoratori e commercianti ci sono principalmente due punti: la revisione dei piani di massima occupabilita di suolo pubblico e l’abrogazione del catalogo degli arredi. “Ci sono migliaia di esercenti che stanno prendendo multe per la difformità degli arredi rispetto a quanto previsto dal catalogo”, ha spiegato il presidente di Fiepet Confesercenti, Claudio Pica,che ha poi proseguito: “Non è possibile! Noi chiediamo che venga varato un nuovo regolamento unico del pubblico esercizio, anche con sanzioni più pesanti per quegli imprenditori che non vogliono mettersi in regola, ma con regole meno assurde”. Ancor più importante però per gli esercenti è la modifica dei piani di massima occupabilità. “La sindaca Raggi non ha mantenuto gli impegni presi sia in campagna elettorale sia successivamente”, ha accusato Fabio Mina, rappresentante dell’associazione Lupe. “Noi – ha aggiunto – chiediamo che la revisione della norma sull’occupazione di suolo pubblico e la cancellazione del catalogo degli arredi”. Come sottolineato da alcuni cronisti in sala, però, piani di massima occupabilità sono, a seguito di una delibera di alcuni anni, fa di competenza municipale, eccetto per 12 piazze storiche e dunque non starebbe alla Sindaca modificarli. “Infatti – ha risposto Pica – noi chiediamo la modifica di quella delibera e il ritorno alla competenza dipartimentale dei piani”. “Ad oggi – ha proseguito il presidente di Fiepet – saremmo disposti a non scendere in piazza solo se la sindaca firmasse un’ordinanza che cancelli il catalogo degli arredi e s’impegnasse a riprendere la competenza sui Pmo e a modificarli”. Oggi, infatti, gran parte delle attività si trovano all’interno del I Municipio, dove il piano di massima occupabilità è, per volere della presidente Sabrina Alfonsi, molto stringente. “Il nostro interlocutore è solo la sindaca – ha detto Mina – perché con il primo municipio non c’è dialogo, ci è stata sempre sbattuta in faccia una serranda chiusa. Abbiamo chiesto di fissare una seduta della consulta per il commercio in municipio il 13 marzo scorso, l’Alfonsi ci ha risposto solo alcuni giorni fa, fissando un appuntamento il 3 maggio, vediamo che succede. Ma ad oggi la porta del dialogo mi pare assolutamente chiusa”. Gli esercenti non scendevano in piazza dal 2014 quando proprio il piano di massima occupabilità del I Municipio portò alla riduzione o alla revoca di diverse occupazione di suolo pubblico. “Noi chiediamo a chi ci governa di non lasciarci morire in silenzio. Tutti parlano della piccola e media impresa, ma poi la politica sta uccidendo questo settore”, ha concluso il presidente di Confesercenti Walter Gianmaria.