Nell’ultimo bando della Regione Lombardia per 670 posti per medico di famiglia, 400 sono rimasti vacanti. Nella città di Milano, quindi non in un remoto villaggio montano, per 62 incarichi si sono presentati in 16. Ed è solo la punta dell’iceberg: tra i medici di base è allarme turnover: "Sono troppi i pensionamenti rispetto al numero di giovani che concludono il tirocinio per diventare il medico del territorio, quello che sta cinque giorni su sette in studio a visitare, consigliare, prescrivere visite ed esami e talvolta, non sempre, va pure a domicilio", scrive Repubblica in un articolo, intitolato "La lunga fuga dagli ambulatori", secondo il quale, se la tendenza proseguirà, tra sei anni ci saranno 15 mila medici di famiglia in meno. "In un anno concludono il percorso triennale di studi tra i 900 e i 1.000 medici ’specializzati’ per fare la medicina generale o quella d’urgenza", spiega il quotidiano di Largo Fochetti, "secondo l’istituto previdenziale dei camici bianchi, l’Enpals, quest’anno i pensionati saranno più o meno lo stesso numero ma il prossimo il dato schizzerà a qualcosa come 2.700, quello dopo addirittura a 3.500 e poi ancora più su, fino a toccare il tetto dei 4 mila per altri 4 anni. Solo dal 2025 la curva tornerà a scendere. In sei anni quindi lasceranno in tutto circa 21 mila professionisti (circa il 45% del totale) e se non si interviene sui posti nelle scuole, alla fine di quel periodo in Italia mancheranno qualcosa come 15 mila medici di famiglia".
"Negli anni novanta ci volevano anni dopo il tirocinio per trovare un posto. Io ce ne ho messi 13", racconta a Repubblica il segretario della Fimmg, il principale sindacato del settore, per il Veneto, Domenico Crisarà, "Adesso a Padova città un incarico può restare scoperto 8 mesi perché mancano materialmente le persone. Da noi il sistema regge ancora ma tra poco si andrà molto male. Nel giro di pochi anni il Veneto avrà oltre un milione di cittadini su cinque senza medici di medicina generale". "Bisogna aumentare subito il numero delle borse di studio, devono almeno raddoppiare", dice Silvestro Scotti, segretario generale Fimmg, "poi va velocizzato l’accesso: oggi quando un giovane finisce il corso aspetta almeno due anni per entrare, anche se il posto c’è, per via dei passaggi burocratici.