martedì, Dicembre 24, 2024

Face Value: il debutto solista di Phil Collins

di Alessandro Ceccarelli

Dopo aver militato per oltre dieci anni con il gruppo britannico dei Genesis, Phil Collins, (nato a Londra nel 1951) eccellente batterista, prese coraggio e decise di comporre un suo disco solista. Con la band, aveva raggiunto il grande successo internazionale e dal 1975 era diventato anche il cantante solista dopo il traumatico abbandono di Peter Gabriel. Nei concerti in tutto il mondo aveva ‘conosciuto’ l’ebbrezza di essere il front man di uno dei gruppi più amati e apprezzati dal pubblico. Dal punto di vista compositivo il suo ruolo nei Genesis era ancora marginale. Dopo l’uscita di Gabriel il ruolo di leader era passato sostanzialmente nelle mani del tastierista Tony Banks. Molti brani di “A trick of the tail” e “Wind and whutering”, erano firmati da lui. Il giovane batterista stava maturando pian piano le sue potenzialità come compositore e cantante. Nel 1976 aveva contribuito alla nascita dei Brand X, un ottimo gruppo di jazz-fusion e sempre nello stesso anno aveva suonato nel primo disco solista di Steve Hackett, il chitarrista dei Genesis.

La seconda e decisiva svolta nella carriera di Phil Collins all’interno dei Genesis, arrivò quando Steve Hackett decise di lasciare il gruppo nell’ottobre del 1977. Il batterista-cantante impose a Rutherford e Banks, il primo grande cambiamento nella struttura musicale del gruppo. Collins propose brani più brevi, melodie più semplici per conquistare il difficile mercato discografico americano. Il risultato fu “And then there were three..” che arrivò al terzo posto in Inghilterra e al 14 negli Usa, un risultato mai raggiunto prima. Grazie al singolo “Follow you, follow me”, il gruppo trionfò in tutto il mondo. Con il seguente “Duke” (1980), Phil Collins assunse la definitiva leadership musicale dei Genesis. Le ambizioni del batterista non erano ancora definitivamente appagate. Dopo aver contribuito in maniera determinante al grande successo internazionale del gruppo, decise che a 30 anni, era arrivato il momento di mettersi in gioco in prima persona, con la propria faccia.

“Face Value”, debutto trionfale
Per il suo primo album, Phil Collins, decise di fare le cose con grande cura. Chiamò l’eccellente ingegnere del suono e produttore Hugh Padgham (che aveva contribuito non poco al drastico cambiamento del sound dei Genesis) e una serie di musicisti che avevano un background completamente diverso dallo stile del suo gruppo, ovvero il bassista jazz Alphonso Johnson, il chitarrista fusion Daryl Stuermer, il tastierista Peter Robison, Joe Partridge alla slide guidar, Eric Clapton e Shankar al violino, più la sezione dei fiati degli Earth, Wind and Fire. Le registrazioni impegnarono il batterista tra l’inverno del 1979 e gennaio del 1981. “Face Value” fu pubblicato il 9 febbraio del 1981 ed ebbe un inaspettato ed enorme successo in tutto il mondo, molto di più dei dischi dei Genesis.
Dal punto di vista strettamente musicale, l’album evidenzia la maturazione di Phil Collins come musicista e come compositore. Nel disco, oltre a suonare la batteria, Collins si cimenta al pianoforte, al piano elettrico e vari tipi di sintetizzatori polifonici. “Face Value” propone brani drammatici ed elettronici come “In the air tonight”, cover dei Beatles “Tomorrow never knows” e cover dei Genesis “Behind the lines”. La grande novità stilistica dell’album è la ‘vena’ funky e rhythm and blues’ data dalla presenza dei fiatisti degli Earth, Wind and Fire che spostano drasticamente il sound del disco verso atmosfere e timbriche della black music. “Face Value” fu uno degli album più venduti del 1981, arrivò immediatamente al primo posto in Gran Bretagna, in Canada e in Svezia; al secondo posto in Austria, Germania e Svizzera; al terzo posto in Austria, al quinto in Norvegia e al settimo negli Stati Uniti. Anche il singolo “In the air tonight” fu un successo travolgente: giunse al primo posto in Nuova Zelanda, Germania, Olanda, Francia Svezia e Svizzera. Il primo album solista di Phil Collins ha venduto solo negli Usa oltre cinque milioni di copie e si calcola ne abbia vendute quasi dieci in tutto il mondo.

Redazione
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