lunedì, Novembre 25, 2024

Genesis: il tour dell’addio

di Alessandro Ceccarelli

Il gruppo inglese dei Genesis prese forma nel 1967 presso la Charterhouse College nella cittadina di Godalming, nei pressi di Londra. Il nucleo originario era composto dal pianista Tony Banks, dal cantante-flautista Peter Gabriel, dal bassista Mike Rutherford, dal chitarrista Anthony Phillips e dal batterista John Silver. Il debutto discografico avvenne il 7 marzo del 1969 con l’acerbo “From Genesis to relevation”, un totale insuccesso di vendite. I giovanissimi componenti del gruppo non si abbatterono: suonarono e provarono nuovi brani nel tentativo di migliorare il proprio repertorio. Già nel secondo album, “Trespass” (23 ottobre 1970), si può notare un enorme passo avanti nelle composizioni e nello stile. Al posto di John Silver subentrò John Mayew alla batteria. Ancora una volta le vendite furono scarse. Questo è il periodo più difficile per i Genesis. L’unica eccezione è l’inaspettato secondo posto in Belgio. Il chitarrista e compositore Anthony Phillips deluso e stressato dai concerti decise di lasciare la band. I Genesis furono sull’orlo dello scioglimento: Phillips era un elemento molto importante nell’economia musicale del gruppo. Nell’autunno del 1970 arrivò la prima svolta positiva: l’allora 19enne Phil Collins, un batterista di talento che sostituì John Mayew. Nel gennaio del 1971 con l’arruolamento del 21enne Steve Hackett alle chitarre si completò quella che in seguito è stata definita la “formazione classica dei Genesis”. Il gruppo incise “Nursery Cryme” (21 novembre 1971), il primo capolavoro della loro carriera. La maturazione artistica e strumentale è completa. I Genesis diventano una delle realtà di punta del cosiddetto progressive rock: il tentativo di unire la semplicità del pop con gli elementi colti della musica classica. La creatività del gruppo è in continua crescita: il 6 ottobre del 1972 è la volta dello straordinario “Foxtrot” (primo successo di vendite in Europa), poi è la volta del primo album dal vivo, “Genesis live” uscito il 3 agosto del 1973 che precede di pochi mesi il classico “Selling England by the round” (12 ottobre 1973), forse il loro miglior album dal punto di vista compositivo e strumentale. Le ambizioni crescono con il successivo “The Lamb lies down on Broadway” (18 novembre 1974), un doppio concept album che spalanca le porte del successo negli Stati Uniti. Oltre alla popolarità aumentano le tensioni interne al gruppo. Peter Gabriel, per una serie di motivazioni decide di lasciare la band alla fine del tour promozionale di “The Lamb” nell’estate del 1975.

Dopo numerose audizioni i Genesis decisero che sarà Phil Collins il cantante. Il 2 febbraio del 1976 esce “A Trick of the tail”, il primo album senza Gabriel. Il livello delle composizioni è ancora buono, anche se i brani sono più brevi e semplici. Le vendite aumentarono in modo esponenziale. Dal vivo arrivò il grande talento di Bill Bruford che accompagnò la band per tutto il tour del 1976. Il 27 dicembre dello stesso anno è la volta di “Wind and wuthering”, dal punto di vista stilistico simile al precedente. Il 21 ottobre del 1977 esce il secondo live della band, “Second’s Out”, in cui il batterista jazz statunitense Chester Thompson prese il posto di Bill Bruford. Quando uscì questo disco Steve Hackett annunciò il suo divorzio dalla band: non sopportava il dominio compositivo di Tony Banks e la sistematica esclusione delle sue composizioni. Dopo l’ennesima defezione i Genesis rimasero in tre e pubblicarono “And then there were three” nell’aprile del 1978, il primo album della svolta musicale e concettuale del gruppo. Dalle lunghe composizioni di un tempo si passa alle canzoni più orecchiabili anche se di gusto. Il successo è travolgente: è l’album più venduto dei Genesis negli anni ’70. Con “Duke (28 marzo 1980), Phil Collins prese le redini musicali della band e cambiò drasticamente il suono. In più le canzoni divennero più brevi e di facile ascolto. Le vendite aumentarono a dismisura. Gli anni ’80 segnarono il trionfo internazionale della band con decine di milioni di copie grazie a “Abacab” (18 settembre 1981), “Genesis” (3 ottobre 1983), “Invisibile Touch” (9 giugno 1986) e “We can’t dance” (11 novembre 1991) a cui fecero i seguito i due live “The way we walk” (novembre 1992 e gennaio 1993). Nel 1996 Phil Collins annuncò il suo abbandono dai Genesis per dedicarsi a tempo pieno alla carriera solista. I due superstiti, Tony Banks e Mike Rutherford decisero di andare avanti e il 1° settembre del 1997 pubblicarono “Calling all stations” con il giovane cantante Ray Wilson. Il successo fu tiepido sia nelle vendite che nel tour di promozione. Senza annunci ufficiali il gruppo si fermò definitivamente. Nel corso degli anni successivi molti vorrebbero una riunione della formazione classica ma Gabriel e Hackett si dichiararono indisponibili.
Tra il 2005 e il 2006 i tempi mutarono: Phil Collins, Tony Banks e Mike Rutherford annunciarono un tour in Europa e in Nord America nel 2007 per il quarantennale della nascita dei Genesis. L’attesa era molto forte. Dopo l’ennesimo no di Peter Gabriel e Steve Hackett furono chiamati Chester Thompson e Daryl Stuermer per quello che sarà l’ultimo tour dei Genesis a coronamento di una carriera straordinaria.

Il tour dell’addio
La serie dei concerti in programmazione per il 2007 è fissata tra l’11 giugno e il 13 ottobre e prevede complessivamente 48 show nelle principali città europee e nord americane. In ogni concerti i Genesis propongono venti brani che abbracciano il periodo da “Selling England by the Pound” sino a “I can’t dance”. L’enorme successo della tournée dimostra che la musica del gruppo inglese non è datata e piace anche alle nuove generazioni. Il 14 luglio del 2007 nel concerto a Roma (l’ultimo per l’Europa), al Circo Massimo erano presenti circa 500mila persone. Dato il grande consenso di pubblico e di critica per il tour, i tre membri dei Genesis decidono di pubblicare un cd e un dvd. “Live Over Europe” esce il 26 novembre del 2007. Nel primo disco ci sono “Dukes intro”, “Turn it on again”, “No son of mine”, “Land of confusion”, il medley “In the cage-cinema show-duke travels”, Afterglow”, “Hold on my heart”, Home by the sea”, “Follow you, follow me”, “Firth of fifth” e “I know what I like”. Il secondo disco comprende “Mama”, “Ripples”, “Throwing it all away”, “Domino”, l’assolo di percussioni “Conversations with 2 stools”, “Los Endos”, “Tonight, tonight, tonight”, “Invisibile touch”, “I cant’t dance” e “The carpet crawlers”. Le esecuzioni dei pezzi degli anni ’70 sono ‘attualizzate’ con arrangiamenti più snelli e semplici mentre i brani più recenti risultano notevolmente migliorati grazie anche alle nuove tastiere Roland A-90, Korg Wavestations e Korg Oasys suonate da Tony Banks. A differenza del tour (ogni data era sempre sold out), il doppio album “Live Over Europe” non fu un grande successo, le vendite furono piuttosto modeste. Il cd musicale arrivò al 1° posto Germania, al 47° in Austria, al 51° in Gran Bretagna, al 62° in Svizzera, al 70° in Olanda e al 93° in Francia. Andò decisamente meglio il doppio Dvd, che fu un deciso trionfo di vendite: 1° posto in Austria, Belgio, Germania, Italia, Svezia e Svizzera, il 2° posto in Danimarca e 8° in Irlanda.

Redazione
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