Un folto gruppo di sfollati per il crollo di Pinte Morandi ha chiesto e ottenuto di poter assistere alla riunione congiunta dei Consigli regionale e comunale dedicata al disastro. Gli sfollati, residenti in via Porro, erano stati bloccati davanti all’ingresso della sede della Giunta regionale e si sono sfogati al grido di "Rispetto, rispetto". La principale richiesta riguarda garanzie per le abitazioni prima della demolizione. Gli sfollati hanno distribuito un volantino dal titolo "Quelli del ponte Morandi", con scritto: "50 anni di servitù, due settimane di sofferenze".
Al termine dell’intervento del commissario per l’emergenza Giovanni Toti hanno manifestato la loro rabbia gridando "Veniamo prima noi delle imprese, veniamo prima noi della viabilità, ci siamo prima noi, vogliamo la casa!". "Abbiate la stessa considerazione che avete avuto per Ansaldo Energia", ha gridato una donna.
Poi il sindaco di Genova: "Pensavamo di dare una casa agli sfollati di ponte Morandi entro novembre, invece probabilmente ci riusciremo entro fine settembre". Lo ha affermato il sindaco di Genova, Marco Bucci. "La città ha dimostrato che non si scherza, ne sono orgoglioso", ha commenta il primo cittadino del capoluogo ligure ricordando che oltre alle case alternative messe a disposizione dalle istituzioni pubbliche sono stati 98 gli alloggi messi a disposizione dai privati. Durante la riunione, il presidente della Regione e commissario per l’emergenza, Giovanni Toti, ha detto che "entro cinque giorni Società Autostrade ci presenterà il piano definitivo per la demolizione del ponte Morandi. Il piano verrà illustrato alle commissioni tecniche e prima fra tutti alla Procura della Repubblica a cui spetta la decisione di dissequestrare le aree e di arrivare alla verità sulle cause della tragedia".