Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto fiscale, che quindi può essere pubblicato in Gazzetta ufficiale ed entrare in vigore. Dal provvedimento sono stati cancellati la non punibilità penale e lo scudo per i capitali all’estero. Ecco i punti chiave del decreto fiscale: ROTTAMAZIONE TER- Con la rottamazione-ter sarà possibile ridefinire il proprio debito con il fisco accumulato tra il 2000 e il 2017 dilazionando i pagamenti in cinque anni e 20 rate trimestrali, senza pagare interessi e sanzioni. TETTO DI 100 MILA EURO- Il provvedimento stabilisce un’aliquota al 20% per sanare la parte non dichiarata del debito. Con la dichiarazione integrativa sarà possibile far emergere fino a un massimo del 30% in più rispetto alle somme già denunciate e comunque con un tetto di 100mila euro annuali. MINI DEBITI CANCELLATI – La rottamazione delle minicartelle prevede il saldo e lo stralcio per le cartelle di importo inferiore a mille euro ricevute dal 2000 al 2010, come bolli auto e multe.. LITI FISCALI – In caso di un contenzioso legale con il fisco i contribuenti potranno sanare la loro posizione pagando il 50% del non dichiarato in caso di vittoria in primo grado e il 20% in 5 anni al secondo grado, senza sanzioni e interessi. SALDO E STRALCIO – Il saldo e stralcio nel provvedimento non c’è ma arriverà in sede di conversione di decreto, secondo l’accordo raggiunto in Cdm, per chi si trova “in oggettive e certificate difficoltà economiche”. In sostanza, sarà consentito un ‘ravvedimento operoso’ per i piccoli contribuenti in difficoltà economica. Cartelle fiscali, l’incubo, per molti, potrebbe finire Archiviata la battaglia tra M5S e Lega sul testo del Decreto Fiscale ‘modificato’. Entrambe le parti hanno assicurato che lo stralcio delle cartelle esattoriali per i soggetti in difficoltà economica, i quali potranno saldare i debiti maturati in questi anni in misura agevolata, ci sarà. Nel dettaglio, secondo le indiscrezioni delle ultime ore, sembra che il governo intenda ripristinare il progetto originale del condono fiscale. Di conseguenza, ogni debito potrà essere saldato in percentuale, con l’aliquota che varia a seconda della situazione economica del contribuente. Per determinare quanto bisognerà pagare per ‘fare pace’ con il fisco si terrà conto del valore Isee del debitore. Per i contribuenti con cartelle notificate dall’ex Equitalia con reddito Isee inferiore ai 15.000 euro, ad esempio, il saldo sarà possibile pagando il solo 6% dei debiti maturati. Per chi ha un Isee compreso tra i 15.000 euro e i 22.000 euro, invece, l’aliquota del condono fiscale è del 10%; si sale al 25%, invece, per coloro che hanno un reddito compreso tra i 22.000 e i 30.000 euro. Nessuna possibilità di condono, invece, per coloro che hanno un reddito Isee superiore ai 30.000 euro. Per chi deciderà di aderire al condono fiscale così da pagare in misura ridotta i debiti maturati c’è anche la possibilità di pagare a rate, fino ad un massimo di 10 mensilità. È importante sottolineare però che con il nuovo decreto, modificato dopo le polemiche insorte tra Lega e Movimento 5 Stelle, non ci sarà alcuna pace fiscale – tramite dichiarazione integrativa speciale al 20% – per i capitali detenuti all’estero. Contemporaneamente è stato cancellato lo scudo penale per gli evasori, vero e proprio pomo della discordia tra Salvini e Di Maio.