Automobilisti a rischio e i danni all’agricoltura opposti al fronte di verdi e animalisti contrari all’abbattimento selettivo approvato dalla Pisana
In collina resta alto l’allarme legato alla fauna selvatica. Da tempo sono molte le proteste e le denunce dei residenti di Allumiere e Tolfa che lamentano lo sconfinamento dei cinghiali sulle terre lavorate, nei vigneti, nei boschi e sono sempre di più gli animali che si spingono fino alle abitazioni. La Regione Lazio lo scorso mese ha accolto le istanze della gente ed ha emanato un emendamento al bilancio per adottare il sistema del sele-controllo che servirà ad evitare che gli ungulati se ne vadano a zonzo facendo incursioni su fondi dei privati e provocando, non di rado, incidenti. Da via della Pisana verranno predisposti appositi piani per consentire ai cacciatori di eliminare un numero programmato di esemplari. “L’abbattimento selettivo, messo a punto dai “selecontrollori” incaricati dalla Regione, è un meccanismo che prevede l’abbattimento dei capi selvatici in sovrannumero”. Questo provvedimento sta facendo discutere: da una parte accontenta i residenti che lo richiedono da anni dall’altra i Verdi e gli animalisti secondo i quali: “Aprire alla caccia non risolve il problema ma è un palliativo che aggrava la situazione – scrive il presidente di Legambiente Lazio, Roberto Scacchi – meglio i ”piani di contenimento” che prevedono la fornitura delle gabbie per la cattura agli agricoltori”. Ma dall’assessorato all’Agricoltura della Regione Lazio rassicurano: “Nelle aree naturali protette l’attività venatoria è vietata e normata da leggi nazionali. Il contenimento della specie avverrà solo all’interno dei parchi, prevedendo la possibilità di effettuare prelievi e abbattimenti selettivi necessari per ricomporre squilibri ecologici”. In questi giorni su questo tema è intervenuta la Coldiretti. “L’incremento incontrollato dei cinghiali oltre a devastare il lavoro degli agricoltori, con coltivazione distrutte e animali allevati uccisi, mette in pericolo anche la sicurezza dei cittadini. Gli incidenti stradali provocati dagli ungulati sono in aumento, così come gli attacchi alle persone, mentre le segnalazioni dei produttori sono ormai quotidiane. Nell’ultimo anno, nel Lazio, i danni stimati per gli agricoltori si attestano intorno ai 4 milioni di euro (circa la metà nella provincia di Roma), danni che, tra l’altro, praticamente non vengono mai risarciti. Questo problema è sottostimato dalle istituzioni. L’emendamento approvato dalla Regione sul selecontrollo è un primo passo importante, ma serve agire rapidamente perché le imprese non possono più aspettare”. Coldiretti poi lancia poi una proposta importante: “Sarebbe opportuno attivare una filiera delle carni di cinghiale che ne permetta la commercializzazione e garantisca i consumatori. Altre regioni l’hanno già fatto, con successo, creando opportunità di lavoro per tanti operatori”. Intanto da Tolfa e Allumiere continuano le proteste anche perché questi cinghiali mettono a repentaglio la sicurezza stradale visto che ”circolano” sia sulla Braccianese Tolfa-Tramontana che sulla Tolfa-Bracciano e sulla Tolfa-Santa Severa. Lamentele sono poi giunte sai castanicoltori collinari: “Anche quest’anno i maiali selvatici e i cinghiali che scorazzano nei castagneti hanno provocato e provocano molti danni”; stessa denuncia anche da parte dei possessori di vigneti che vedono distrutti dai cinghiali e filari, i confini, le reti e i propri fondi.