sabato, Novembre 23, 2024

La Commissione europea decurta il pil italiano per il 2018: dall’1,3 all’1,1 per cento

La Commissione Europea taglia il Pil 2018 da 1,3% a 1,1%, ritoccando anche quello 2019 e 2020, e rivede al rialzo le stime sul deficit italiano, che nel 2018 sale a 1,9%, per poi schizzare al 2,9% nel 2019 e sfondare il tetto del 3% nel 2020. Lo riportano le Previsioni economiche d’autunno diffuse oggi. Per quanto riguarda la crescita attesa del Pil dell’Italia nel 2019, crescita che sarà sostenuta dalla ripresa delle esportazioni e dalla spesa pubblica più elevata, è prevista al rialzo di 0,1 punti percentuali rispetto allo scorso luglio, al +1,2% in termini reali. Nel 2018 la crescita attesa è invece dell’1,1%, mentre nel 2020 dovrebbe salire all’1,3%. In tutti e tre gli anni, tuttavia, l’economia italiana resterà, almeno nelle proiezioni della Commissione, la tartaruga sia dell’Eurozona che dell’Ue, fatta eccezione per il 2020, quando, sempre secondo le stime dell’esecutivo comunitario, supereremo di un soffio il Regno Unito, che tuttavia per allora dovrebbe essere già fuori dall’Unione.  Per quanto riguarda il rapporto tra deficit e Pil del nostro Paese, secondo le previsioni della Commissione subirà un netto deterioramento, a partire dall’anno venturo: dopo essersi assestato al 2,4% nel 2017 a causa dei costi dei salvataggi bancari, nel 2018 dovrebbe declinare all’1,9%. Nel 2019, è stimato al 2,9% del Pil, a un soffio dalla soglia del 3%, poiché “la spesa pubblica aumenterà in modo significativo dopo l’introduzione di un piano di reddito minimo”, e ci saranno “una flessibilità più elevata per i pensionamenti anticipati e un aumento dei fondi per gli investimenti pubblici”. Il saldo strutturale è previsto deteriorarsi al -3% del Pil (potenziale) nel 2019. Nel 2020 il deficit è previsto al 3,1%del Pil, sopra la soglia del 3%: la previsione “non considera l’aumento delle aliquote Iva già legislato come clausola di salvaguardia”, dato che in passato non è stato mai attuato, poiché ha un impatto depressivo sull’economia. Il saldo strutturale è previsto al -3,5% del Pil (potenziale). Per quanto riguarda l'”elevato” debito pubblico dell’Italia, secondo le previsioni della Commissione Europea, è previsto stabile intorno al 131% del Pil nel triennio 2018-2020. Il motivo è “il deterioramento del bilancio” pubblico, unito ai “rischi al ribasso per la crescita nominale”. Il rapporto tra debito e Pil, dal 131,2% del 2017, dato acquisito, è stimato al 131,1% nel 2018, al 131% nel 2019 e al 131,1% nel 2020. Per la Commissione, “l’aumento del deficit, insieme ai tassi di interesse più elevati e a cospicui rischi al ribasso, mette in pericolo la riduzione dell’elevato rapporto tra debito e Pil dell’Italia”. I prezzi al consumo, cioè l’inflazione, sono visti in aumento dell’1,3% quest’anno, dell’1,5% nel 2019, principalmente per effetto dell’aumento dei prezzi del petrolio, mentre sono previsti al +1,4% nel 2020. Il tasso di disoccupazione è previsto in calo dall’11,2% del 2017 al 10,7% quest’anno, al 10,4% nel 2019 e al 10% nel 2020. Secondo la Commissione europea le prospettive di crescita dell’Italia “sono soggette ad un’elevata incertezza, con rischi al ribasso intensificati. Una crescita prolungata dei rendimenti dei titoli di Stato peggiorerebbe le condizioni di raccolta per le banche e ridurrebbero ulteriormente l’offerta di credito, mentre la spesa pubblica potrebbe scoraggiare gli investimenti privati”.
Redazione
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