“Gli inceneritori sono il fallimento del ciclo integrato. Non lo dico io, lo dicono le imprese, lo dice un’intera economia. Stiamo lavorando ogni giorno per ribaltare, non solo in Campania ma ovunque, il paradigma economico della gestione dei rifiuti, come anche prescritto nel contratto di governo”. Lo afferma in un’intervista alla Stampa il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Secondo il ministro Salvini è fallito il modello di chi dice di no a tutto paralizzando l’Italia. “Avrebbe ragione se si trattasse di un no apodittico, un no ‘a prescindere’, come direbbe Totò. Il mio invece è un no argomentato e si tratta di argomenti di cui si è parlato nella fase preparatoria del governo, infatti sono nel contratto di governo firmato perché esisteva un accordo di tutti”. Quanto alle prossime mosse, “ci vedremo lunedì a Caserta per affrontare la questione roghi tossici. Ci saranno sette ministri, il presidente del Consiglio e il presidente della Regione per affrontare la questione roghi tossici. Firmeremo un piano d’azione in cui i ministri si impegneranno, nell’ambito delle rispettive competenze, a affrontare il problema. Si deciderà che cosa fare, chi dovrà agire e come. Ad esempio i carabinieri si occuperanno delle investigazioni ambientali, i medici di base si sono offerti di effettuare in modo volontario il monitoraggio sanitario che ci permetterà di sapere perché e dove ci si ammala”. Entro gennaio invece il ministro conta di presentare un disegno di legge esteso a tutta l’Italia che avrà un nome evocativo, “Terra Mia”. “Si agirà in fase preventiva: prima di attivare una gestione di rifiuti, ad esempio, le aziende dovranno fornire una garanzia per evitare che in caso di fallimento sia sempre lo Stato a doversi fare carico degli oneri. Ci saranno poi norme che equipareranno chi commette reati di strage ambientale ai mafiosi prevedendo l’inversione dell’onere della prova”, afferma Costa, che assicura: “Farò lo stalker del Parlamento ma sono fiducioso, i segnali per mandarla in porto ci sono”.