“Basta ai roghi tossici, mai più terre dei fuochi”, ha scritto ieri su Facebook il premier Giuseppe Conte ricordando l’appuntamento di oggi a Caserta, “con sette ministri di questo Governo, per firmare il ‘Piano d’azione per il contrasto dei roghi di rifiuti’”. Un appuntamento che arriva dopo giorni di alta tensione tra le due anime del governo. Ma come esecutivo del cambiamento “dichiara guerra a mala gestione e traffici illeciti che per troppi anni, nel silenzio dei governi precedenti, hanno devastato un territorio meraviglioso”. Quindi “su impulso del nostro ministro all’Ambiente Sergio Costa e con la piena condivisione di tutti i ministri, presenteremo un programma concreto di interventi nella lotta a fenomeni come discariche abusive, interramento di rifiuti, roghi tossici e qualsiasi altra forma di violazione del territorio”, scrive ancora Conte sottolineando che “il protocollo che andremo a firmare interesserà non solo la Campania, ma tutti i territori dove esistono queste problematiche. Metteremo in atto interventi per la tutela della salute della popolazione, dell’ambiente e dell’ecosistema, e per il presidio del territorio”. Il piano – Nella parte più importante il piano contiene “l’esercito immediatamente a presidiare quei siti di lavorazione dei rifiuti che secondo quello che stabiliscono le Prefetture, in particolare di Napoli e Caserta, destano delle preoccupazioni”, aveva fatto sapere Costa. “Perché noi dobbiamo assolutamente evitare che prendano fuoco e che possano incidere sulla salute dei cittadini e sul territorio”, spiega Costa. “Seconda cosa, abbiamo bisogno di fortissime investigazioni perché abbiamo bisogno di andare oltre: 100 carabinieri esperti subito disponibili per fare investigazioni – aveva annunciato il ministro – Abbiamo anche bisogno di riorganizzare il sistema: cioè sapere e indicare chi fa cosa. Il cittadino deve sapere che se accade una cosa avrà una risposta e da chi” e questi ultimi, che “rappresentano la pubblica amministrazione, devono sapere come colloquiare tra di loro”. “Tutto questo è nel piano d’azione. Si danno dei tempi precisi: per esempio, subito il monitoraggio dell’aria, del terreno, delle produzioni agricole prossime ad un eventuale incendio – aveva continuato Costa – Chi dice cosa a chi deve fare cosa in una catena chiara di responsabilità territoriali ma anche di salvaguardia territoriale”. Perché noi “vogliamo che la Campania sia il primo laboratorio di tutela ambientale del Paese”, aveva concluso.