Le decisioni su tempi e modalità degli sgomberi di immobili occupati abusivamente è competenza del Prefetto, e questo vale anche nel caso della sede romana di Casapound, in via Napoleone III, in un immobile di proprietà dello Stato. Immobile che è sì nell’elenco dei 74 immobili a Roma da sottoporre a procedure di sgombero, ma “non è stato classificato fra i 16 per i quali è stato delineato in via prioritaria un primo piano di interventi di sgombero”. Lo precisa con una nota l’Agenzia del Demanio, ricostruendo la vicenda. E il neodirettore, il prefetto Carpino, nel ricordare che il suo incarico all’Agenzia è iniziato da due mesi aggiunge che: “a mia firma, in data 15 novembre scorso, proprio in considerazione delle recenti direttive del Ministero dell’Interno, ho inviato una circolare alle 17 direzioni territoriali del Demanio sulle occupazioni arbitrarie per sollecitare la vigilanza sugli immobili inutilizzati e segnalare ai Prefetti le occupazione esistenti, nelle ipotesi in cui cio’ non fosse sinora avvenuto. Sulla base delle leggi vigenti – come è ovvio che sia – la decisione compete al Prefetto, sentito il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica”. Nella nota che ricostruisce i vari passaggi della vicenda della sede di Casapound, l’Agenzia del Demanio ricorda che l’immobile è in consegna per uso governativo al Miur dal 1963 ma dal 2003 è “occupato abusivamente dall’Associazione e da alcune famiglie in emergenza abitativa”. In seguito all’occupazione, lo stesso Ministero, il 30 dicembre 2003, ha segnalato alla Prefettura e all’Agenzia del Demanio “l’urgenza di un immediato recupero dell’immobile”, segnalazione nuovamente sollecitata nel 2004, nel 2005 e nel 2008. Poi ancora: con delibera del 2007 il Comune di Roma ha stabilito il programma e i criteri di assegnazione di oltre 10.000 alloggi di edilizia residenziale pubblica prevedendo di destinarne alcuni ai nuclei familiari in emergenza abitativa collocati in immobili storicamente occupati, nel cui elenco figura anche il compendio di via Napoleone III. Si arriva al 2014, quando la Regione Lazio ha approvato il Piano straordinario per l’emergenza abitativa nel Lazio e nella città di Roma che riguarda anche le situazioni relative alle occupazioni di edifici pubblici e privati adibiti impropriamente ad abitazioni, individuandoli con apposito elenco in cui è incluso l’immobile in questione. Altra tappa il 2016, quando il Commissario Straordinario del Comune di Roma con i poteri della Giunta Capitolina ha disposto di dare attuazione a tale programma regionale per l’emergenza abitativa, “dando atto che le priorità per intervenire sugli immobili occupati erano state stabilite, a seguito delle decisioni in merito assunte da apposito Tavolo tecnico costituito dal Prefetto di Roma, confermate dal Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica”. E in quell’elenco dei 74 immobili da sottoporre a procedure di sgombero, elenco allegato alla delibera, c’è appunto anche l’immobile di via Napoleone III “che non è stato classificato fra i 16 immobili per i quali è stato delineato in via prioritaria un primo piano di interventi di sgombero”. L’ultimo passaggio in ordine di tempo si ha nel dicembre del 2017, quando l’Agenzia del Demanio “ha ribadito al Prefetto di Roma l’esigenza di recuperare la disponibilità dell’immobile per poterlo destinare ad una piu’ proficua utilizzazione”. Nella nota diffusa oggi viene inoltre precisato che al piano terra dell’immobile demaniale di via Napoleone III sono presenti anche due unità immobiliari a destinazione commerciale oggetto di locazione dal 13 agosto 2003, con pagamenti dei canoni di locazione in regola rispettivamente fino al 2016 e fino al 2017. “In entrambi i casi – dice ancora il documento – sono subentrati ai conduttori originari nuove società alle quali l’Agenzia del Demanio ha provveduto a richiedere le indennità maturate per l’occupazione del bene”. Il prefetto Carpino aggiunge che “quanto al tema delle occupazioni sine titulo, tema che riguarda anche i negozi in affitto nello stesso stabile, la questione è oggetto di una mia specifica attenzione, avendo come obiettivo in questo nuovo incarico anche quello di rivedere le modalità operative dell’Agenzia sinora adottate per risolvere situazioni come queste”.