Tensione al confine tra Russia e Ucraina. La quantità di sistemi d’arma portati dalla Federazione russa al confine con lo Stato ucraino è aumentata in modo drastico di recente. In particolare, Mosca ha spostato 300 carri armati T-62 dalle regioni orientali a una base vicina al confine con l’Ucraina. Il nuovo dislocamento è avvenuto mentre erano in corso le manovre ‘Vostok 2018’ (lo scorso settembre, ndr): è quanto denuncia il capo di Stato maggiore ucraino, Viktor Muzhenko, in un intervento su una rete televisiva locale. “La natura di tali spostamenti dimostra che potrebbero essere creati a breve raggruppamenti offensivi significativi, con obiettivo l’Ucraina. Quindi – ha precisato – non consideriamo solo una direzione, dalla regioni di Luhansk e Donetsk, ma anche dai confini dell’Ucraina di nord est, centro e sud”. Muzhenko ha anche reso nota, sempre basandosi su informazioni di intelligence, la creazione di una divisione russa con due reggimenti di carri armati e due di fucilieri motorizzati, la ‘Proryv’ (il nome in russo significa ‘Breccia’, ndr) di base a Novocherkask (nella regione di Rostov, ndr) “chiaramente pensata per attaccare, non per difendere”. Mosca “ha anche quasi raddoppiato” il numero delle sue unità navali nel Mare d’Azov. “La Russia dimostra prontezza a potenziare questi gruppi il prima possibile. Riguarda lo spostamento di navi nel Mare di Azov e quindi nel Mar Nero. E’ una situazione grave – ha aggiunto il generale – e richiede da parte nostra una reazione”.