Dal flash mob al lancio del referendum tra i conferitori fino alla nuova richiesta: si moltiplicano le pressioni per fare chiarezza sul futuro del Cantinone
di Alberto Sava
In una nota stampa congiunta, Niccolò Sacchetti e Giuseppe Casu, presidente e direttore di Coldiretti Roma, comunicano di aver preso carta e penna per rivolgersi direttamente ai vertici dell’azienda di via Fontana Morella. Nella loro nota, i massimi esponenti della Coldiretti informano che “Abbiamo scritto una lettera al presidente del Consiglio di amministrazione di Cantina Cerveteri, Mauro De Carolis, per chiedere la convocazione dell’assemblea dei soci. Riteniamo che tale passaggio sia fondamentale per discutere, con la massima condivisione e trasparenza, del progetto complessivo relativo al cambio di destinazione di uso di una parte dell’immobile. È fondamentale che i soci siano informati in maniera dettagliata sull’impatto economico e finanziario di tutto il progetto, in modo che possano decidere liberamente e consapevolmente del futuro della Cantina Cerveteri. Per questo, come più volte richiesto, consideriamo indispensabile che sia convocata quanto prima un’assemblea per illustrare il piano industriale e conoscere gli effetti futuri che ricadranno sui viticoltori sotto il profilo economico e della valorizzazione del prodotto”. Fin qui la nota dei vertici della Coldiretti che informa della richiesta inviata all’avvocato Mauro De Carolis, presidente del Consiglio di Amministrazione della Cantina Cerveteri, azienda a cui per altro domenica scorsa è stato dedicato un flash mob, promosso in piazza Risorgimento dal neonato Comitato per il rilancio della Cantina Cerveteri. Nella breve nota che segue sintetizziamo le ragioni del flash-mob: “La vera Cerveteri si batte affinché ne venga rivalutata la sua importanza sociale ed economica, nonché quella della viticoltura e del commercio agricolo che sono alla base della sua fondazione. Che ritorni la forte agricoltura, la dignità del lavoro, l’oro dei vigneti ed il buon vino ceretano. Siamo convinti che la delibera approvata in Consiglio comunale avente ad oggetto il cambio di destinazione d’uso della struttura, non rappresenti quel tanto sbandierato “interesse pubblico” ma sia, probabilmente, solo ad appannaggio per alcuni intimi collegati con il mondo dell’imprenditoria legata alle grosse catene di distribuzione. Per questo motivo ci batteremo al fianco di coloro che con grandi sacrifici hanno tenuta viva la speranza di vedere Cerveteri primeggiare nel mondo con le proprie produzioni e contrasteremo chi, utilizzandoli, vorrebbe probabilmente rimpinguare i propri interessi”. La manifestazione ha avuto un’ampia risonanza sui social, e dalla rete è nata la proposta di lanciare un referendum tra tutti i soci conferitori della Cantina Cerveteri, per conoscere la posizione di chi presto dovrà confrontarsi direttamente con i cambiamenti previsti dalla delibera approvata in Consiglio comunale. Sia la lettera della Coldiretti, giunta in queste ore sul tavolo dell’avv. De Carolis, sia il lancio in rete del referendum marciano nella stessa direzione: dare la possibilità a tutti i produttori del territorio, soci conferitori, di poter partecipare direttamente e concretamente al futuro destino del Cantinone.