Gli agenti di confine americani hanno lanciato gas lacrimogeni contro un gruppo di 150 migranti che cercava di superare la barriera di filo spinato alla frontiera col Messico all’altezza di San Diego. Lo scrive il Los Angeles Times, aggiungendo che fra i migranti vi erano anche bambini piccoli. Secondo l’agenzia per la protezione dei confini, la U.S. Customs and Border Protection, gli agenti hanno fatto uso di lacrimogeni e spray al peperoncino per rispondere al lancio di pietre da parte dei migranti. Un comunicato delle autorità americane, afferma che i migranti hanno tentato di oltrepassare il filo spinato avvolti in giacche pesanti, coperte e tappetini di gomma, issando oltre il confine i bambini più piccoli. Gli agenti, si legge, hanno usato lacrimogeni per contrastare i migranti che lanciavano pietre contro di loro. Nell’operazione sono stati arrestati 25 migranti, fra cui 2 minori, riusciti ad entrare in territorio statunitense, mentre altri sono tornati indietro. Diversi migranti hanno raccontato al Los Angeles Times di essere venuti al confine dopo settimane di frustrante attesa nel campo di accoglienza messicano di El Barretal. Doveva essere un approccio pacifico per lanciarsi oltre confine “alla mercè” degli agenti di frontiera “Non mi piace la violenza di chi lancia pietre. La maggioranza della gente è venuta in pace. Il nostro obiettivo era di avanzare pacificamente”, ha raccontato l’honduregno Silvio Sierra. Il fumo dei lacrimogeni, ha aggiunto, “era molto forte, era dappertutto. La gente piangeva. Anche le donne e i bambini”. Molti altri migranti – fra cui il salvadoregno Jose Alexander, al confine con il figlio di 4 anni – hanno dichiarato di non aver visto nessuno che lanciava pietre.