lunedì, Dicembre 2, 2024

Nel 2025 chiuderà la centrale a carbone

Nel 2025 chiuderà la centrale a carbone

Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Costa durante la presentazione delle linee guida per i documenti energetico-ambientali dei sistemi portuali a Civitavecchia

 

Civitavecchia dirà addio al carbone il 31 dicembre 2025. Questa la notizia che abbiamo sinteticamente anticipato su la Voce di ieri a pag2 e su cui ritorniamo oggi con i dovuti approfondimenti. “È già norma, nel 2025 la centrale a carbone si chiude: piaccia o non piaccia”. Categorico il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, a Civitavecchia per presentare le iniziative per la lotta all’inquinamento del mare e la sostenibilità delle attività portuali e marittime, tra cui le Linee guida per i documenti energetico-ambientali dei sistemi portuali. Palazzo del Pincio blindato per l’evento con le forze dell’ordine schierate perché ad accogliere il Ministro c’erano anche alcune decine di manifestanti, radunati nel piazzale della Trincea ferroviaria per ricordare le molte problematiche ambientali di Civitavecchia. “Questo è un percorso nuovo – ha spiegato Costa riferendosi alle linee guida governative per i porti – che riguarda tutta l’Italia e questo riguarda anche la zona portuale. Sono iniziative necessarie per il clima change e la qualità dell’aria perché (insieme ad altri 19 paesi, ndr) siamo in infrazione europea. Queste linee guida sono una sorta di road map. Per l’abbassamento di Co2 possiamo cambiare il tipo di utilizzo dell’energia con il Gnl combinandolo con l’elettrificazione stiamo già compiendo un enorme passo in avanti”. Insomma cisterne negli scali, per abbattere le emissioni atmosferiche dei porti. Le linee guida, pubblicate un mese fa in Gazzetta ufficiale, mirano a promuovere la sostenibilità energetico-ambientale in un ambito strategico del Paese, come quello costituito dai porti, al fine di minimizzarne gli impatti. Potranno essere aggiornate ogni tre anni per garantirne la coerenza con l’evoluzione tecnologica e normativa. A margine della conferenza Costa ha parlato anche del decreto Salva mare dicendo di aver “chiuso l’esame tecnico davanti all’ufficio della Presidenza del Consiglio e abbiamo avuto il semaforo verde, per cui – ha sottolineato – può andare in Consiglio dei Ministri. Adesso ci sono i tempi tecnici, poi approderà alla sede parlamentare e si aprirà il dibattito”. Un passaggio anche sul dibattuto tema delle Trivelle dicendo: “Più che ai no (riferendosi alle parole del vicepremier Matteo Salvini, ndr) io guardo ai sì, alle alternative”, l’obiettivo per il Ministro è quello di guardare alle energie rinnovabili sfruttando risorse come sole e vento. Anche le plastiche in mare sono nel mirino del Ministero dell’Ambiente. “Il pescatore è nostro alleato – ha detto Costa – tutte le statistiche ci dicono che ogni volta che tira su la rete il 50% di ciò che pesca sono plastiche, vuol dire tanto. Oggi lui non sa come gestire questi rifiuti, nella norma c’è anche una procedura nuova la cosiddetta ‘’rinvenimento accidentale del rifiuto’’0 che consente al pescatore di non essere colpito dal reato penale”. Saranno costituite isole ecologiche presso i porti. Per il direttore generale del ministero dell’Ambiente Renato Grimaldi (Clima ed energia) è stato fornito alle Autorità portuali uno strumento importante. Mauro Coletta, direttore generale Mit, ha sottolineato come si tratti di un passo fondamentale. Mariano Grillo, direttore generale ministero Ambiente (Rifiuti e inquinamento), ha però sottolineato che «l’elettrificazione dei porti è sicuramente un progetto più recessivo rispetto al Gnl» per quanto riguarda il rapporto costi – benefici e che anche sistemi di filtro per le navi come lo Scrubber siano fondamentali. Maria Carmela Giarratano, anche lei dg del ministero Ambiente (Protezione della natura e del mare) ha ricordato come siano 36 le unità navali antinquinamento attive in Italia. Il sindaco Antonio Cozzolino ha ricordato l’accordo volontario ‘‘Blue agreement’’ firmato con alcuni armatori.

 

Redazione
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