Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato a maggioranza, con l’astensione dei gruppi consiliari di opposizione, il Piano sociale regionale, denominato “Prendersi cura, un bene comune”, la proposta di deliberazione consiliare n. 12 del 4 giugno 2018. Il voto finale è arrivato al termine della seconda seduta dedicata all’esame del provvedimento, dopo quella del 16 gennaio, in cui lo stesso era stato illustrato dall’assessora regionale alle Politiche sociali e welfare, Alessandra Troncarelli, e in cui l’Aula aveva già approvato numerosi emendamenti dopo la discussione generale. Il Piano sociale è stato redatto in base alle disposizioni della legge regionale 11/2016, “Sistema integrato dei beni e dei servizi sociali della Regione Lazio” e partendo da quello adottato dalla Giunta regionale nella scorsa legislatura (il 26 aprile 2017). Punto centrale del provvedimento, come spiegato dall’assessore e da tanti consiglieri regionali intervenuti nel corso del dibattito, è l’attenzione e la cura per la persona che si affaccia alle prestazioni sociali e titolare di specifici diritti. In questo senso, vengono definiti i vari interventi previsti. Tra questi: il sostegno alla genitorialità, innanzi tutto con l’abbattimento delle rette degli asili nido; la co-progettualità con le aziende del Terzo settore; il rafforzamento delle politiche giovanili; il potenziamento dei Punti unici di accesso (Pua) alle prestazioni socio-sanitarie e della governance del sistema integrato; la priorità data all’assistenza domiciliare, anche attraverso il cosiddetto caregiver, vale a dire il familiare che assiste un congiunto ammalato e/o disabile. Tra i 13 emendamenti approvati oggi (44 in totale tra le due sedute), uno è stato presentato dalla Giunta regionale, su richiesta del gruppo Movimento 5 stelle, per aggiornare la parte introduttiva del Piano alla luce delle nuove norme nazionali sul cosiddetto reddito di cittadinanza, facendo salvi gli interventi e i servizi già identificati come livelli essenziali in riferimento al REI, il reddito di inclusione previsto dal decreto legislativo 15 settembre 2017, n. 147. Prima dell’esame dell’Aula e del via libera in Commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare, presieduta da Giuseppe Simeone (FI), in commissione Bilancio era stato approvato un emendamento per lo stanziamento delle relative risorse finanziarie per l’attuazione del Piano: nel triennio 2019-2021 saranno impiegati 550 milioni di euro oltre a 132 milioni di fondi europei del Por Fse.