Il dossier Alitalia torna sul tavolo di FS
Cosa c’è dietro l’angolo per AZ? La questione riguarda direttamente anche una moltitudine di personale dipendente residente nel nostro territorio
La vicinanza e l’ottima mobilità di questa porzione di territorio verso e dallo scalo di Fiumicino ‘Leonardo da Vinci’ hanno sempre spinto una moltitudine di dipendenti della nostra compagnia di bandiera a scegliere i centri satelliti del litorale nord come luogo di residenza. Le notizie che seguono (by adn-kronos) riguardano cosa c’è dietro l’angolo per Alitalia. La questione ‘az’ torna sul tavolo del consiglio di amministrazione delle Fs spa. Il board, a quanto s’apprende, sarà chiamato a breve, nei prossimi giorni, a valutare il dossier Alitalia e a fare il punto sull’esito delle trattative che il gruppo guidato da Gianfranco Battisti ha avuto in queste settimane con i potenziali partner per il nuovo corso dell’ex compagnia di bandiera. La delegazione delle Ferrovie, accompagnata dagli advisor, è stata impegnata in importanti ‘missioni’ internazionali, prima negli Usa ad Atlanta al quartier generale di Delta Air Line e a Francoforte con Lufthansa. La ricerca dell’alleato internazionale sembra, dunque, arrivata a un bivio cruciale. Al momento, sarebbe in pole position l’asse Delta-Air France Klm, che potrebbero rilevare una quota del 20% ciascuna. La compagnia americana aveva presentato l’offerta a fine ottobre entro la scadenza prevista dalla procedura mentre il gruppo franco-olandese si era tenuto fuori dalla partita Alitalia. Air France era, invece, spuntata un anno fa quale membro di una maxi cordata a quattro, insieme con Delta, con la quale è partner della joint venture transatlantica, EasyJet e il fondo di private equity Cerberus. Ora si torna a parlare di Air France che si trincera dietro un ‘no comment’ ma che non ha neanche smentito. Ma Lufthansa, intanto, pur non avendo presentato l’offerta, non allenta la presa. Il colosso tedesco non ha mai fatto mistero del suo interesse per il mercato italiano e per un’Alitalia ristrutturata, così come è avvenuto per le altre compagnie europee entrate nella sua orbita come Swiss e Austrian Airlines, e sarebbe anche disposta ad acquisire il 51%. In questo scenario, ancora tutto in fieri, il cda delle Fs potrebbe decidere per una proroga della presentazione del nuovo piano industriale oltre il 31 gennaio. Data, in realtà, che non è stata mai formalizzata ma la proroga dei termini per la restituzione del prestito ponte entro il 30 giugno rende ora possibile questo slittamento. L’obiettivo, comunque, secondo quanto spiegano fonti vicine all’operazione, sarebbe quello di arrivare a un quadro più definito entro febbraio. Il ruolo delle Fs è quello di polo aggregante di un’operazione di sistema. A valle dell’operazione, il gruppo guidato da Gianfranco Battisti dovrebbe arrivare a detenere nella newco una quota non superiore al 25%. Le Ferrovie, già nell’offerta vincolante presentata il 31 ottobre scorso, hanno subito messo nero su bianco che l’accordo con un partner internazionale è ‘conditio sine qua non’ per chiudere la partita Alitalia. Rimane alto l’allarme dei sindacati che temono ristrutturazioni, con tagli di flotta e personale anche se dal Governo sono sempre arrivate rassicurazioni sulla salvaguardia dell’occupazione. “Preoccupa il silenzio del ministro Di Maio” dice l’Usb, che parla di “sorprendente ritardo” nelle convocazioni promesse a dicembre scorso, da attivare presso il Mit per l’avvio di un tavolo per il riordino del settore e presso il Mise per gli aggiornamenti necessari sulla vertenza in atto per Alitalia. Intanto, la sigla sindacale ha convocato l’assemblea dei lavoratori Alitalia il 13 febbraio e assemblee pubbliche per discutere sul tema del contratto valido per i vettori operanti in Italia a Roma il 19 febbraio e a Milano il 21 febbraio prossimo.