L’attore inglese Albert Finney, uno dei più abili e versatili interpreti della scena cinematografica britannica, indimenticabile Hercule Poirot di ‘Assassinio sull’Orient Express’ del regista Sidney Lumet, è morto oggi all’età di 82 anni a Londra. L’annuncio della scomparsa è stato dato dalla famiglia con un breve comunicato: “Ci ha lasciato serenamente dopo una breve malattia con i suoi cari al fianco”. Nel 2011 aveva raccontato di aver sofferto di un tumore ai reni. Finney è stato nominato cinque volte all’Oscar come miglior attore protagonista senza però mai vincere la statuetta dell’Academy Award, ma ha ottenuto tre Golden Globe, compreso quello per la interpretazione dell’avaro Ebenezer Scrooge in ‘La più bella storia di Dickens’. Dopo un promettente esordio in teatro, con la Royal Shakespeare Company, si affermò nel cinema inglese degli anni Sessanta nel ruolo di giovani personaggi vitali e inappagati affermandosi con il film ‘Tom Jones’ (1963), che il regista Tony Richardson trasse dal romanzo omonimo di Henry Fielding. Oltre a ‘Tom Jones’, è stato candidato all’Oscar per ‘Assassinio sull’Orient Express’ (1974), ‘Il servo di scena’ (1983) di Peter Yates, ‘Sotto il vulcano’ (1984) di John Houston e ‘Erin Brockovich’ (2000) di Steven Soderbergh, al fianco di Julia Roberts.
Nato il 9 maggio 1936 a Salford, cittadina del Lancashire, dopo il diploma alla Royal Academy of Dramatic Arts nel 1955 Finney comincia la carriera teatrale recitando William Shakespeare e guadagnandosi rapidamente un ambito posto come sostituto del grande Laurence Olivier nelle produzioni shakespeariane a Stratford upon Avon. In un’occasione ha la possibilità di sostituirlo nel ruolo principale in “Coriolano”, guadagnando molti riconoscimenti che gli aprono le porte del cinema.
La sua crescita in un ambiente operaio, fra ingiustizie sociali e difficoltà economiche lo ha aiutato nella preparazione del personaggio dell’operaio anticonformista Arthur Seaton nel film “Sabato sera, domenica mattina”, pietra miliare del cinema realista britannico, con il quale vince il Bafta per il migliore attore emergente 1960. Fu salutato dalla critica come l’emblematico ‘angry young man’ (giovane arrabbiato”) del grande schermo.
Il successo di pubblico e di critica gli vale il ruolo principale nel film di Tony Richardson ‘Tom Jones’, adattamento dal racconto omonimo di Henry Fielding, vincitore di quattro premi Oscar e della coppa Volpi per miglior attore al Festival di Venezia 1963.
Parallelamente alla carriera cinematografica, Finney prosegue la carriera teatrale, con la National Theatre Company all’Old Vic di Londra, interpretando sia opere di Shakespeare che di altri autori. Il suo film successivo, ‘Due per la strada’, lo vede opposto a Audrey Hepburn, in un’interpretazione che di nuovo gli fa guadagnare consensi di critica. Nei suoi ruoli successivi spazia dall’avido Scrooge de ‘La più bella storia di Dickens’ a Hercule Poirot in ‘Omicidio sull’Orient Express’ (nomination agli Oscar 1974 come miglior attore), al gentiluomo francese ne “I duellanti” di Ridley Scott, all’attore shakespeariano di ‘Il servo di scena’, con il quale vince al Festival di Berlino come miglior attore 1984.
Tra la fine degli anni ’80 e durante gli anni ’90, Finney si cimenta in ruoli molto diversi fra loro, lavorando principalmente in piccole produzioni indipendenti, come ‘Il crocevia della morte’, ‘Un uomo senza importanza’, ‘Inganni pericolosi’. L’anno 2000 lo vede nuovamente protagonista di una mega produzione, al fianco di Julia Roberts in ‘Erin Brockovich’ con il quale ottiene la nomination come miglior attore non protagonista ai Golden Globe, ai Bafta e agli Oscar 2000.
Tra i film più recenti ‘Big Fish – Le storie di una vita incredibile’ (2003), diretto da Tim Burton, ‘Un’ottima annata’ di Ridley Scott (2006) e ‘Onora il padre e la madre’ di Sidney Lumet (2007). L’ultima apparizione al cinema è stata con la saga di 007 recitando in ‘Skyfall’ (2012) con la regia di Sam Mendes.
Per il cinema Albert Finney è stato anche produttore; con Michael Medwin ha fondato la società Memorial Enterprises. Ed è stato anche regista e compositore: nel 1968 ha diretto se stesso e Liza Minelli ne ‘L’errore di Vivere’, per il quale ha composto e interpretato la colonna sonora, raccolta nell’album dal titolo ‘Motown Armstrong’s Last’.