venerdì, Dicembre 27, 2024

L’avvertimento di Ignazio Visco (Bankitalia): “Italia più povera senza Unione europea”

Ad ogni modo, evidenzia, “aumenti della spesa pubblica o riduzioni di entrate vanno inseriti in un quadro che ne garantisca la sostenibilità finanziaria e ne precisi intenti, priorità e fonti di finanziamento” è il monito che arriva dal Governatore. Nella composizione dei conti pubblici “uno spazio più ampio andrebbe destinato, più che a sussidi e trasferimenti, ai programmi maggiormente in grado di stimolare l’attività economica. Questi andrebbero accompagnati da misure volte al contenimento delle distorsioni indotte dalla tassazione, in particolare nel mercato del lavoro, e a potenziare l’azione di contrasto all’evasione”. “Ed è emersa, in Europa, negli ultimi anni l’insufficienza dell’attenzione prestata da diversi intermediari al rispetto delle norme rivolte al contrasto del riciclaggio” dice Visco, ricordando come siano “elevati i rischi che ne conseguono e che spesso travalicano i confini nazionali”. “L’appartenenza all’Unione europea è fondamentale” sottolinea il Governatore, per il quale “la crescita istituzionale dell’Europa ha accompagnato quella economica di tutti i Paesi del continente: ha aperto un mercato più ampio alle imprese e ai consumatori, reso disponibili maggiori fondi a sostegno delle aree svantaggiate, facilitato la cooperazione in campi strategici, garantito un quadro di stabilità monetaria. Saremmo stati più poveri senza l’Europa; lo diventeremmo se dovessimo farne un avversario”. Poi, sul fronte Iva, se nel 2020 si dovessero disinnescare le clausole di salvaguardia “senza compensazione”, dice ancora Visco, si avrebbe un avanzo primario inferiore a mezzo punto di Pil che “non sarebbe compatibile con la riduzione dell’incidenza del debito sul prodotto” e “avrebbe ripercussioni negative sul premio al rischio dei titoli pubblici e, per questa via, sull’attività economica” sottolinea il governatore, osservando come sia “coerente con queste preoccupazioni che nel DEF si subordini la disattivazione delle clausole relative all’IVA all’individuazione di misure compensative”. “In una fase in cui i rendimenti all’emissione sono alti nel confronto internazionale, la raccolta di fondi sul mercato rappresenta una sfida impegnativa anche per le banche di maggiori dimensioni” mentre per quelle minori “l’accesso al mercato resta difficile” dice Visco, ricordando come “l’ammontare di obbligazioni bancarie in scadenza entro la fine del prossimo anno supera i 70 miliardi”. “Le nuove regole sulla gestione delle crisi – ricorda – richiedono di costituire un’ampia riserva di passività in grado di assorbire le possibili perdite e ricostituire il capitale. La necessità di rinnovare e ampliare la raccolta all’ingrosso tenderà a comprimere il margine di interesse. Per le banche minori l’accesso al mercato resta difficile. Lo sviluppo di una domanda istituzionale per le loro obbligazioni potrebbe apportare benefici significativi”, aggiunge. Una nuova crisi potrebbe incidere “inevitabilmente sui bilanci delle banche” e “la possibilità che rischi macroeconomici tornino a investire un settore finanziario ancora in ritardo nell’adeguare la propria struttura è un elemento di vulnerabilità di cui bisogna essere consapevoli” dice il Governatore della Banca d’Italia. Secondo Visco, “le prospettive delle banche rimangono strettamente legate all’andamento dell’economia e alla percezioni del ‘rischio Paese’, che si riverberano sulla qualità degli attivi e sul costo da sostenere per reperire risorse sui mercati”. E suggerisce come permanga “la necessità di proseguire con decisione le azioni volte a ridurre i costi e migliorare redditività”. Come ricorda il governatore di Bankitalia, “alla fine del 2018 il patrimonio di migliore qualità Cet1” delle banche “era pari al 12,7% delle attività ponderate per i rischi, contro il 14,3% della media” dell’area euro. Quindi, “serve uno sforzo corale, la partecipazione di tutti, lungo una direzione di marcia che la politica deve indicare con chiarezza” è l’appello che giunge infine dal Governatore Visco per riportare il Paese su un solido cammino di crescita. “Va favorito in tutti i modi – dice – l’aumento dei tassi di partecipazione al mercato del lavoro, prolungando l’attività in linea con l’aumento dell’aspettativa di vita ed eliminando gli ostacoli al lavoro femminile; va recuperato pienamente allo sviluppo del Paese il Mezzogiorno, dove risiede un terzo della popolazione”. “Alla politica economica – prosegue – spetta il compito di definire la cornice normativa, fornendo incentivi adeguati e rimuovendo i freni all’attività produttiva; ma sta alle imprese cogliere le occasioni che offrono il mercato e la tecnologia, essere pronte a crescere, anche aprendosi a contributi esterni di capacità e di capitale; a chi studia e lavora contribuire al cambiamento ricercando nuove e maggiori competenze. Gli intermediari finanziari dovranno essere in grado, nel loro stesso interesse, di appoggiare con prudenza, ma anche con sagacia, questo processo”.
Redazione
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