“Se non dicono sì a Conte è inutile vedersi. Sono stanco dei giochini”. È quanto avrebbe detto ai suoi ieri sera Luigi Di Maio, dopo il vertice fiume a Palazzo Chigi tra le delegazioni pentastellate (Luigi Di Maio e Conte) e quelle dem (Nicola Zingaretti e Andrea Orlando). Ma la strada è tutta in salita. In una nota, il M5S ribadisce le parole di Di Maio: “In una fase cosi delicata per il Paese non c’è tempo da perdere. Noi stiamo lavorando intensamente per dare risposte immediate ai cittadini. E dobbiamo sbrigarci perché il tempo stringe – si legge -. Nel Partito democratico, però, hanno ancora le idee confuse. Predicano discontinuità ma ci parlano solo di incarichi e di ministeri, non si è parlato ne di temi ne di legge di bilancio. Così non va proprio bene”. “Ieri dopo 4 ore di incontro – prosegue il M5S – non si è arrivati a nulla. Così non si può lavorare. O si cambia atteggiamento o è difficile. Rivedremo il Pd quando nei loro organi di partito avranno dato l’ok all’incarico a Conte. Nessun altro incontro fino a quando non avranno chiarito ufficialmente la loro posizione su Giuseppe Conte. Se si vuole il voto lo si dica apertamente. Il M5S è la prima forza politica in Parlamento, lo ricordiamo a tutti”. Oltre allo stallo su Conte, restano i nodi sul programma. Oggi M5S e Pd dovranno lavorare sodo per arrivare al traguardo, riducendo le divergenze che ancora permangono, sulla composizione e sulle linee d’azione del governo, oltre che sulla distribuzione dei ministeri.