lunedì, Novembre 25, 2024

Cambiamenti climatici, entro trent’anni il ghiacciao della Marmolada potrebbe sparire

Entro 30 anni il ghiacciaio della Marmolada non ci sarà più. In soli 10 anni, la montagna iconica delle Dolomiti ha ridotto il suo volume del 30%, mentre la diminuzione areale è stata del 22% e se il tasso di riduzione continuerà in questo modo, nel giro dei prossimi 25-30 anni il ghiacciaio sarà praticamente scomparso, lasciando il posto solo a piccole placche di ghiaccio e nevato. “Il ghiaccio, quindi, non esisterà più. E se, come da scenari climatici, la temperatura nei prossimi decenni dovesse aumentare a ritmo più accelerato, questa previsione potrebbe essere addirittura sottostimata e la scomparsa del ghiacciaio potrebbe avvenire anche più rapidamente”, spiega Renato Colucci del Cnr-Ismar, istituto che ha partecipato allo studio insieme con un team di ricercatori delle Università di Genova e Trieste, dell’Università gallese di Aberystwyth e dall’Arpa Veneto. Lo studio ha messo a confronto due rilievi geofisici sul ghiacciaio effettuati nel 2004 e nel 2015. La ricerca “Recent evolution of Marmolada glacier (Dolomites, Italy) by means of ground and airborne GPR surveys” è pubblicato su Remote Sensing of the Environment. “Il primo rilievo – spiega Colucci – è stato acquisito usando un ‘ground penetrating radar’ (Gpr) terrestre, una tecnologia non invasiva utilizzata in geofisica, basata sul segnale elettromagnetico riflesso e trasmesso dal terreno a seconda delle caratteristiche, creando sezioni dettagliate. Il secondo, invece, usando dati raccolti in volo con Gpr da elicottero. In questo modo è stato possibile ricostruire due modelli 3D del ghiacciaio che hanno permesso di misurare con precisione non solo le caratteristiche interne e morfologiche, ma anche l’evoluzione recente nel corso del decennio, quantificato in termini volumetrici”. Il ghiacciaio, un tempo massa glaciale unica, è ora frammentato e suddiviso in varie unità, dove in diversi punti affiorano masse rocciose sottostanti. I terreni carsici, come la Marmolada, sono irregolari e costituiti da dossi e rilievi. Se il ghiaccio fonde gradualmente, le aree in rilievo affiorano, diventando fonti di calore interne al ghiacciaio stesso. “Questo aspetto, unito al cambio di albedo (la neve e il ghiaccio sono bianchi e riflettono molta radiazione solare, mentre la roccia, più scura, ne riflette di meno) – aggiunge Colucci – sta ulteriormente minando la ‘salute’ della Marmolada accelerandone la già forte e rapida fusione”.
Redazione
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