C’è ancora una speranza per impedire il commissariamento da parte della Regione Lazio del servizio idrico di Ladispoli. Alcuni comuni del viterbese ricorrendo al TAR contro questo provvedimento hanno infatti avuto sentenza favorevole. A far osservare questa possibilità per il comune di Ladispoli ed altri nella provincia di Roma il consigliere Regionale del M5S Devid Porrello. Di seguito la sua nota stampa. Lo scorso 10 aprile è stata pubblicata la sentenza del Tribunale amministrativo regionale per il Lazio per l’annullamento della Deliberazione con la quale la Regione Lazio esercitava i poteri sostitutivi per il trasferimento del servizio idrico integrato di otto comuni del viterbese al gestore unico dell’Ambito Territoriale Ottimale n.1 – Lazio Nord Viterbo, ovvero Talete. Tra le motivazioni alla base dell’accoglimento del ricorso emerge la fattispecie dei poteri sostitutivi da parte del Presidente della Regione, esercitati nei confronti dei comuni e che avrebbero dovuto invece tener conto degli effettivi inadempimenti a carico degli stessi, già sottoscrittori della Convenzione di cooperazione e gestione del S.I.I., nonché dell’attività propria del Gestore consistente la presa in carico del servizio idrico dei Comuni. In questa fattispecie rientrano anche i comuni di Agosta, Arsoli, Ladispoli, Marano Equo e Roviano, oggetto lo scorso dicembre di deliberazioni attraverso cui la Regione Lazio esercitava i poteri sostituivi nei loro confronti, avviando il commissariamento del servizio idrico per il trasferimento ad Acea. Sulla base degli atti depositati nelle scorse settimane e della recente sentenza del Tar ho quindi depositato un’interrogazione alla Giunta con la quale chiedo, alla luce della sentenza, di ritirare le deliberazioni del 27 dicembre 2019 per l’esercizio dei poteri sostitutivi e sospendere l’iter di commissariamento nei confronti dei comuni citati. Non si possono commettere errori o leggerezze da parte di nessun soggetto nella gestione di questa delicata fase di transizione, né esporre comunità piccole o grandi, come nel caso di Ladispoli ai rischi causati da decisioni sbagliate che non tengono conto delle norme e delle sentenze in materia.