Si sono visti a Roma lunedì della scorsa settimana, mentre il capo politico Vito Crimi incontrava i consiglieri regionali prima e la squadra di governo M5S poi, per tracciare il futuro del Movimento. Jacopo Berti, Raffaella Andreola e Fabiana Dadone -i tre componenti del collegio dei probiviri- hanno fatto il punto sulle sanzioni da comminare: tanti i dossier sul tavolo, i ‘morosi’ delle restituzioni e i ribelli del referendum sul taglio dei parlamentari solo per citarne alcuni. Ma anche il caso dei tre autosospesi -Fabio Berardini, Carlo Ugo de Girolamo e Paolo Romano- in aperta polemica con Rousseau. Berti lunedì scorso è sceso a Roma da Padova, Andreoli è arrivata da Treviso con la convinzione di dare luogo alle prime sanzioni. Nel mirino, in particolare, la senatrice Marinella Pacifico, che oltre ad aver votato contro il taglio dei parlamentari è la senatrice più indietro con le restituzioni tra gli eletti romani. Berti e Andreoli sono i promotori della linea dura: sanzionare subito, anche ricorrendo alle espulsioni per i casi più gravi, ma soprattutto dando luogo a sospensioni, richiami e diffide per lanciare un segnale chiaro ai ribelli. La ministra Dadone più cauta, raccontano, conscia delle difficoltà dei gruppi parlamentari e dei numeri risicati a Palazzo Madama, ma di fatto in minoranza nel collegio chiamato a decidere chi punire o richiamare. Le prime sanzioni dovevano partire già mercoledì scorso, ma sono state di fatto ‘congelate’. A quanto apprende l’Adnkronos, infatti, a frenare i probiviri ci avrebbe pensato Crimi, sottolineando loro il momento difficile che il Movimento sta vivendo, con i gruppi parlamentari divisi, letteralmente balcanizzati tra correnti e lotte interne. E con numeri traballanti al Senato. Già la lettera con cui Davide Casaleggio aveva richiamato i morosi, annunciando una sforbiciata ai servizi, aveva inasprito il clima, tanto da essere considerata dagli stessi big del Movimento letteralmente improvvida. Ora eventuali espulsioni e sanzioni, con il clamore mediatico che ne sarebbe conseguito, rischierebbero di fare esplodere il Movimento in una fase delicata come poche altre. Ma lo stop alle sanzioni avrebbe indispettito e parecchio, raccontano alcuni beninformati, il veneto Berti, il più severo dei probiviri e considerato molto vicino a Davide Casaleggio, ripartito da Roma furente. La partita resta aperta, i provvedimenti disciplinari in stand by. Intanto oggi è arrivato un nuovo ‘avvertimento’ da Milano: la sospensione di una serie di servizi, il rinvio del Villaggio Rousseau del 4 ottobre nonché la disdetta dell’affitto dell’ufficio di Milano.