Dopo mesi di lunghe trattative, in diversi momenti sul filo di spezzarsi, Nexi, Sia e i rispettivi azionisti di controllo hanno siglato un memorandum d’intesa per arrivare alle nozze fra i due gruppi dei pagamenti, facendo nascere un gigante del settore che varrà oltre 15 miliardi di capitalizzazione. La società che nascerà dalla combinazione delle due aziende avrà come primo azionista la Cassa depositi e prestiti, con oltre il 25% del capitale sociale, seguita da Mercury, il veicolo con cui i fondi controllano Sia, al 23%. Sul fronte dei ricavi, nel 2019 il fatturato proforma sarebbe stato di 1,8 miliardi, con un Ebitda da 1 miliardo; le sinergie ricorrenti invece toccheranno i 150 milioni l’anno. L’operazione, nelle stime del gruppo, dovrebbe chiudersi entro la prossima estate, arrivando a una società che resterà quotata a Piazza Affari, con un flottante di oltre il 40%. Agli attuali azionisti di Sia saranno date 1,5761 azioni di Nexi per ogni titolo, portandoli circa al 30% del capitale. Dopo un anno e mezzo passato a discutere delle rispettive valutazioni (con Sia che alla fine è stata valutata 4,6 miliardi), sono stati sciolti anche i nodi relativi alla governance: l’attuale cda di Nexi resterà in carica e, alla chiusura dell’operazione, sarà rafforzato con l’ingresso di 5 (o 6 a seconda della composizione dell’azionariato al closing) nuovi amministratori designati da Cdp e Fsia. In particolare, uno avrà la carica di vicepresidente e 3 dovranno essere indipendenti. Il board, che resterà guidato dall’attuale presidente di Nexi Michaela Castelli, sarà dunque composto da 13 membri fra cui l’ad Paolo Bertoluzzo mentre Nicola Cordone, ad di Sia, dopo la chiusura dell’operazione lascerà il gruppo. L’operazione creerà un campione europeo, leader per numero di carte gestite (circa 120 milioni) e nel numero di pagamenti gestiti, con circa 2 milioni di merchant; i pagamenti processati ogni anno saranno oltre 21 miliardi. La crescita esterna potrebbe poi non essere finita qui: Nexi-Sia, ha spiegato Bertoluzzo, sarà nella posizione di “cogliere le opportunità internazionali” nell’industria dei pagamenti e valuterà sia altre piccole acquisizioni che l’acquisto di attività di pagamento da parte di banche. Grazie alla forte generazione di cassa la società che nascerà potrà contemporaneamente supportare sia la riduzione del debito che “gli investimenti nella crescita organica e nell’m&a”, ha aggiunto il manager. “Questa operazione darà vita a una grande PayTech italiana leader in Europa, una grande eccellenza tecnologica e digitale con scala e competenze che le consentiranno di giocare un ruolo sempre più da protagonista in Italia e a livello internazionale in un mercato, come quello europeo, in forte consolidamento”, ha spiegato ancora. La fusione, ha rimarcato invece l’ad di Cdp Fabrizio Palermo, “darà una spinta decisiva allo sviluppo di una infrastruttura fondamentale per l’Italia e favorirà la trasformazione del Paese in termini di modernizzazione e digitalizzazione”, oltre a “tutelare e dare opportunità di sviluppo ad asset strategici per l’Italia, così come puntiamo a fare con la recente iniziativa avviata con Borsa Italiana ed Euronext. Le sinergie generate da questo accordo creeranno valore per tutti gli azionisti e condurranno la nuova società, anche attraverso operazioni straordinarie, a ulteriori opportunità di consolidamento e crescita a livello internazionale”. L”intesa raggiunta “pone inoltre le basi per l’espansione nei mercati esteri, con la prospettiva di affermare la società risultante dall’operazione quale leader tecnologico e acceleratore dell’innovazione nel settore dei pagamenti digitali a livello internazionale, anche attraverso operazioni straordinarie”. Il titolo di Nexi ha immediatamente festeggiato in Borsa, con una fiammata oltre il 6% che lo ha portato su nuovi massimi vicini ai 18 euro, per poi ripiegare leggermente.