Il cuore di Totti fa piangere davvero tutti: è inevitabile vedendo il documentario “Mi chiamo Francesco Totti” di Alex Infascelli passato oggi alla 15/ma edizione della Festa di Roma e che ha visto il forfait de ‘il capitano’ che ha mancato al l’attesissimo ‘incontro ravvicinato’ con Pierfrancesco Favino per il lutto che lo ha colpito. La scelta di non venire, dopo la recente morte del padre, Enzo ‘lo sceriffo’ è per molti il gesto di un uomo buono, generoso e forte che crede nella famiglia. “La sua decisione di non venire – conferma oggi in conferenza stampa Infascelli – è vero può essere considerato l’ultimo capitolo del mio documentario. Credo che Totti abbia fatta questa scelta perché alla fine parlasse solo il film per lui e per avere anche il giusto tempo per pensare a una cosa così intima che gli è appena capitata”. Dal campione solo un lungo Instagram il 14 ottobre dedicato al padre in cui dice: “Senza di te non ce l’avrei mai fatta. Scusa per le parole non dette…”. E ancora: “Ciao papà, ho trascorso i 10 giorni più brutti della mia vita, sapendo che stavi là “da solo” combattendo contro il male e non potendoti vedere, parlare, abbracciarti, stringerti, avrei fatto qualsiasi cosa pur di stare là vicino a te”.
MI CHIAMO FRANCESCO TOTTI
tratto dal libro Un Capitano scritto da Francesco Totti con Paolo Condò (edito da Rizzoli) e in sala con Vision il 19-20-21 ottobre e poi dal 16 novembre su Sky – è un singolare film che parte proprio con un super otto della famiglia Totti che si apre con un immagine del padre Enzo al mare insieme alla moglie Fiorella e con un Francesco che appena cammina, ma che già si accanisce con un pallone più grande di lui. Si passa poi alla notte che precede il suo addio al calcio e da qui, passo dopo passo, si ripercorre tutta la sua vita come se il campione la vedesse proiettata su uno schermo insieme agli spettatori. Tutte immagini ed emozioni che lui commenta solo in voce, sempre fuori campo, tra ironia e amarezza.