Intervista esclusiva al senatore Francesco Battistoni, eletto a Palazzo Madama nel 2018 nel collegio uninominale di Viterbo
di Alberto Sava
Oggi incontriamo Francesco Battistoni, eletto nel 2018 al Senato della Repubblica, nel collegio uninominale di Viterbo per la coalizione di centro-destra, in quota FI, ed attualmente Vice Presidente della IX Commissione Agricoltura di Palazzo Madama, nonché componente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, e della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario. Viterbese di nascita, è da sempre presente sul territorio con idee, progetti e partecipando ad iniziative di raccordo istituzionale e politico.
Affrontando con il medesimo impegno e dedizione l’esperienza nazionale da senatore, spesso, in una visione ed azione comune, coordina la sua presenza tra la gente con il deputato del nostro territorio Alessandro Battilocchio. Nato a Montefiascone, il senatore Battistoni è sposato ed ha tre figli. Laureato in scienze politiche, inizia il suo percorso istituzionale nel lontano 1997, con l’elezione a consigliere provinciale a Viterbo, andando a ricoprire la carica di capogruppo di Forza Italia. Alle regionali nel Lazio del 2010 viene eletto consigliere con un plebiscito di voti nelle liste del Popolo della Libertà, nella provincia di Viterbo. Nella pur breve legislatura, ha ricoperto con impegno e competenza istituzionale la carica di Presidente della Commissione Agricoltura nel Consiglio regionale del Lazio.
Vicino ad Antonio Tajani dagli albori di Forza Italia, è stabilmente nel partito azzurro dal 1994, e per i valori del partito si è sempre impegnato ed ha sempre combattuto. In forza Italia ha ricoperto diversi incarichi. Dal primo al più recente: nel 1997 vince il congresso provinciale di Forza Italia a Viterbo, diventando il primo coordinatore provinciale eletto del partito di Silvio Berlusconi; nel 2019 viene nominato Commissario di FI nella Marche. La nostra intervista al senatore Battistoni scorre sul filo di temi di primissimo piano quali lavoro, territorio e partito, con domande mirate sulle tre parole chiave intorno a cui ruotano i fatti di questi giorni: economia, pandemia e proteste.
La diffusione del coronavirus ha ripreso con vigore, imponendo misure drastiche. Una programmazione di interventi strutturali ed economici di sostegno e cambiamento nei mesi scorsi, pensando soprattutto ai fondi europei, dal MES al Recovery Fund, avrebbe permesso di gestire diversamente il moltiplicarsi delle emergenze?
“Ne sono convinto. Quello che i cittadini scontano, purtroppo, è l’immobilismo del governo negli ultimi mesi. Nulla sembra essere stato fatto, se non deridere chi, con lungimiranza, come Guido Bertolaso, ha messo in piedi delle strutture sanitarie dedicate ai malati Covid. Sono mesi che, come Forza Italia, chiediamo di accedere ai fondi del MES che potrebbero essere utilizzati, anche parzialmente, per coprire le spese sanitarie, essendo disponibili fin da subito, così da liberare altri fondi per altre destinazioni”.
Qual è il suo giudizio complessivo sulle misure contenute nell’ultimo DPCM e nel Decreto Ristori, e quali le possibili proposte alternative di Forza Italia?
“Premesso che non apprezzo il metodo: Il Presidente Conte dovrebbe condividere le informazioni e, per quanto possibile, concertare le decisioni, in questo momento storico, con le opposizioni, prima di fare dirette tv. Nel merito, poi, se avessimo a disposizione documenti scientifici che giustificano le misure contenute nell’ultimo DPCM, forse avremmo un’idea più chiara. Ad oggi, con i dati in nostro possesso, non posso che essere contrario e contrariato. Tanti imprenditori, di questi settori, si sono adeguati, con impegni economici, ai protocolli richiesti dallo Stato e poi, all’improvviso, si vedono chiudere la propria attività per decreto, senza un reale o almeno comprensibile motivo. Nel Decreto ristori, purtroppo, ci sono troppe poche risorse e nessuna certezza”.
Una sua analisi sulle piazze in ebollizione.
“Le piazze vanno sempre ascoltate, facendo un doveroso distinguo con chi soffia sulla rabbia per usare la violenza. Fra chi è sceso in piazza ci sono tanti cittadini, lavoratori, imprenditori, che non hanno mai manifestato, ma che oggi si vedono costretti a denunciare la propria sofferenza e il proprio dissenso nei confronti di uno Stato che li ha abbandonati, delusi, illusi. Se c’è, come vediamo ormai quotidianamente, del malcontento, bisogna interrogarsi sul perché e trovare delle soluzioni rapide e appropriate”.
L’agricoltura è sicuramente il segmento produttivo tra i più rappresentativi dell’economia italiana e tra i più penalizzati dall’emergenza sanitaria ed economica. Quali sono stati i provvedimenti che la Commissione, di cui lei è Vice Presidente, ha esaminato ed adottato?
“Purtroppo i lavori del Parlamento sono stati assoggettati dall’emergenza e, soprattutto nella prima fase, si è lavorato per apportare delle correzioni ai testi di conversione dei vari DPCM e Decreti legge. Ahimè, come i cittadini sanno, si è spesso posta la questione di fiducia, vanificando, così, gli sforzi dei lavori svolti in commissione. L’agricoltura, nel caso specifico, ha fin da subito lamentato una carenza di manodopera, a causa dei blocchi con le altre nazioni, oltre che ai limiti imposti alla libertà di spostamento fra territori, a cui il governo ha risposto con una sanatoria che, come preannunciato anche da me, oltre che dalle associazioni di categoria, si è rilevata inefficiente, se non inutile. A tal proposito, avevamo chiesto fin dal primo Decreto di approvare la semplificazione dei voucher agricoli, che sarebbero lo strumento più idoneo per sopperire alla mancanza di forza lavoro sui campi, speriamo che, seppur con ampio ritardo, il Ministro abbia un ripensamento. Ci auguriamo, comunque, che, nel futuro, sia dato più seguito ai lavori della Commissione, soprattutto per questo ultimo “Decreto Ristori”, per cercare di usare al meglio le poche risorse destinate al comparto agricolo”.
Sia da eletto nelle Istituzioni locali che da Senatore lei è sempre stato presente nel suo collegio. Quali sono le istanze del territorio che rappresenta che ha portato e intende portare a Palazzo Madama?
“Fin dal giorno del mio insediamento ho sentito forte dentro di me la responsabilità di rappresentare il mio territorio e le sue esigenze. Ho sempre cercato di coinvolgere ed incontrare tutti gli amministratori, che sono e restano sempre le sentinelle dei territori. Avevo dato vita ad una iniziativa per le scuole del territorio, che potevano venire in Senato ad osservare le sedute d’Aula, che purtroppo, il Covid ha interrotto, ma che spero di poter far ripartire quanto prima. Fra le tante battaglie a difesa del territorio ne cito solo alcune, non per importanza, quanto per obbligo di sintesi: il miglioramento dei collegamenti infrastrutturali, la modifica della gestione della fauna selvatica, che negli ultimi anni ha provocato morti, oltre che ingenti danni all’agricoltura e la promozione del territorio”.
Il Presidente Antonio Tajani è fortemente impegnato nel rilancio di ‘Forza Italia’ su scala nazionale, e lei lo è in una consistente parte del entro Italia. Parliamo delle strategie e degli obiettivi?
“Forza Italia, a mio avviso, ha pagato una posizione di serietà che, forse, non è stata capita fino in fondo. Per quanto riguarda la capacità e la competenza della nostra classe dirigente e dei nostri amministratori, però, non credo ci siano rivali. L’impegno del Presidente Antonio Tajani è proprio questo, selezionare la miglior classe dirigente possibile, per rimettere al centro la competenza ed il merito. L’ultimo esempio è quello delle elezioni regionali nelle Marche, regione in cui sono Commissario Regionale e in cui Forza Italia, su forte sollecitazione del Presidente Antonio Tajani, ha deciso di aprirsi anche alle liste civiche, per offrire a tutti i cittadini i migliori candidati possibili. I risultati parlano da soli: abbiamo superato le percentuali registrate alle elezioni europee ed i nostri candidati ricoprono adesso ruoli decisivi in Giunta ed in Consiglio. Il nostro obiettivo è continuare in questa direzione: solo ripartendo dal capitale umano, dalle eccellenze, possiamo offrire una valida alternativa, in questo scenario piuttosto drammatico e dominato dall’inesperienza e dall’incapacità. D’altronde, è proprio l’esperienza di Antonio Tajani a esserne una prova provata: da deputato di Forza Italia è divenuto Vice Presidente del Partito Popolare Europeo ed infine, ha ottenuto il maggior numero di voti trasversali, venendo eletto Presidente del Parlamento Europeo, a significare come la capacità e l’esperienza vengono sempre premiate”.