Posti letto saturi negli ospedali italiani. A lanciare l’allarme è un report dell’Anaao Assomed, il sindacato dei medici Ssn, che ha analizzato, regione per regione, i posti letto di medicina interna, pneumologia e malattie infettive al 2018, quelli attivati nel 2020 e il rapporto con il numero di abitanti, poi li ha confrontati con il numero dei ricoveri Covid, mettendo in risalto regioni virtuose e regioni da ‘bocciare’. Alcune regioni evidenziano infatti “una situazione drammatica” nelle strutture sanitarie: Lombardia satura al 129%, Liguria al 118%, Lazio al 91%, Campania 87%, Piemonte al 191%”. Vanno meglio “il Veneto, con un tasso di saturazione del 64,3%; Emilia-Romagna 65,9%; Puglia 70,8%; Toscana 65,5%; Sardegna; 44%”. In era pre-Covid (2017) – spiega il report – l’indice di occupazione dei posti letto in ospedale per i casi acuti (rapporto percentuale tra le giornate effettivamente utilizzate dai pazienti ricoverati e le giornate teoricamente disponibili in base alla portata del servizio sanitario) era del 78,9%, contro una media Ocse del 75,2%, ma la continua carenza di personale medico nelle corsie ospedaliere, alimentata da blocco del turnover perpetrato negli anni precedenti, ha fatto sì che i colleghi, molto spesso, avessero già un gravoso carico di lavoro, stimabile al 115% delle loro capacità lavorative. “Poi arriva il virus a sconvolgere tutto, come uno tsunami su un sistema già fragile. Tutto a un tratto, i medici specialisti si trovano a gestire una marea montante di pazienti che non sarebbero mai entrati in ospedale se non fosse esistito il virus. E così, il loro carico di lavoro raggiunge percentuali impensabili, ben oltre il 150%: ricordiamoci, infatti, che i pazienti con altre patologie sono gli stessi identici di prima e rappresentano circa il 115% del carico di lavoro del medico – puntualizza l’analisi dell’Anaao – Il problema si risolverebbe assumendo altri specialisti, ma gravissimi errori di programmazione del personale medico degli ultimi 10 anni hanno fatto sì che ci sia una carenza di queste figure su tutto il territorio nazionale. Adesso bisogna fare con quello che si ha, ma il carico di lavoro è veramente insostenibile. Fanno bene le Regioni ad aumentare i posti letto di degenza ordinaria e di terapia intensiva, ma ricordiamoci che il personale medico è praticamente quello di sempre e più posti letto significa non solo carico di lavoro più gravoso ma anche riduzione della sicurezza e qualità delle cure, rimarca il report. Si può parlare a lungo di indice Rt e non ne si vuole screditare l’importanza, ma se i posti letto standard di una regione sono occupati solo da pazienti Covid – avverte il sindacato – è necessario prendere decisioni politiche anche dolorose, per non piangere successivamente migliaia di morti evitabili per il collasso totale dei sistemi sanitari regionali. Superata l’emergenza, sarà necessario superare un paradigma sanitario che si è rivelato fallimentare nella elargizione, divisione ed organizzazione delle risorse – avverte l’Anaao – confidando che le criticità emerse abbiano chiarito anche ai governatori meno lungimiranti, che la cura dei pazienti richiede posti letto, personale sanitario, risorse economiche ed una organizzazione capillare.