“Si parla tanto del Natale che però è una data fissa, ma il virus non è fisso, non è che rispetta il Natale. In base ai dati alcune regioni potranno tornare gialle, altre potranno rimanere rosse, ma parlare oggi di quello che accadrà il 24-25 dicembre non è possibile. Ci saranno delle differenze tra regione e regione. Ogni volta che penso al Natale in questo momento, ricordo a quante volte ho dovuto festeggiare con un pezzo di panettone o pandoro in ospedale perché lavoravo. Pensiamo ai nostri sanitari che sono sul campo e che nella loro vita di Natali, Capodanni e Ferragosti ne hanno saltati tanti per servire lo Stato. Rispettiamo loro per primi”. E’ l’invito alla prudenza del viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, intervenuto ai microfoni della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’, su Radio Cusano Campus. “La morsa potrà essere allentata laddove i numeri lo consentiranno, questo però non significa che dobbiamo fare dei passi affrettati”, ha sottolineato. Quanto al nodo dei dati sulla base dei quali si prendono le decisioni, Sileri ha precisato: “I dati ovviamente provengono dalle Regioni. Se vi sono difficoltà di organizzazione nelle Regioni, ci possono essere difficoltà e ritardi nella comunicazione dei dati. Si sta migliorando sempre di più il flusso, ma è chiaro che un margine di errore esiste sempre”. “Era chiaro che bisognava attendere 2 settimane dall’ultimo Dpcm per vedere i primi risultati” in termini di contagi da Covid-19. “E’ ovviamente ancora presto per dire che ce l’abbiamo fatta, perché bisogna alleggerire il carico su ospedali e terapie intensive. Prima di procedere alle riaperture dovremo avere dei dati ancor migliori rispetto a quelli che vediamo. Dunque questa modalità di stop and go, di chiudere e riaprire, andrà avanti ancora per molto”, ha precisato Sileri. “Le riaperture – ha evidenziato – devono avvenire con protocolli. La scuola ad esempio sappiamo che è un luogo sicuro, per riaprire bisognerà correggere i momenti fuori dalla scuola”. Sileri riflette anche su quanto fatto in estate. Siamo arrivati impreparati alla seconda ondata di Covid-19? “Sicuramente con il senno del poi è sempre facile parlare. Di rigore ve n’è stato, poteva forse esserci maggiore rispetto delle regole. Si è parlato tanto di discoteche, di trasporti e sicuramente qualche effetto sulla ripresa del contagio l’avranno avuto, ma guardiamo quello che è accaduto anche negli altri Paesi europei”. In definitiva, “è stato fatto il massimo, forse qualche restrizione in più poteva rimanere, più controlli, forse un maggiore uso della diagnostica, però è stato fatto il meglio secondo le nostre possibilità”.